(Adnkronos) – Oltre il 40% delle aziende italiane ed estere intervistate ritiene che il tasso di crescita medio dei ricavi nel metaverso nei prossimi 10 anni sarà superiore al 40%. E’ quanto emerge dal report ‘Web 3.0: metaverso e nft’, realizzato da EY, in collaborazione con il Centro di ricerca in strategic change di Luiss Guido Carli, e presentato oggi nel corso dell’evento ‘Web 3.0 opportunità e sfide di un contesto in rapida evoluzione’, svoltosi a Roma e ospitato dal Centro ricerche Enrico Fermi alla presenza di rappresentanti del mondo istituzionale, accademico e delle imprese.
Dalla survey ‘EY-Luiss Web 3.0 (metaverso e nft) Survey 2023’ – realizzata intervistando oltre 100 ceo e top manager di alcune delle più importanti aziende italiane e estere, per indagare l’impatto del Web 3.0, con particolare focus sul metaverso e nft, sulle imprese e le conseguenti sfide e implicazioni di natura giuridica e fiscale – emerge il notevole potenziale del Web 3.0 nel modellare i futuri modelli di business delle imprese, ma anche la necessità di una regolamentazione più organica per far sì che possano coglierne appieno le opportunità.
In apertura dell’evento, Stefania Radoccia, managing partner dello studio legale e tributario di EY, commenta: “La trasformazione digitale è ormai un processo inarrestabile e risulta fondamentale per le imprese comprenderne potenzialità, sfide e implicazioni. Gli innumerevoli ambiti di applicazione di metaverso e nft fanno sorgere la necessità di implementare nel prossimo futuro una corposa disciplina giuridica, per fornire certezza a tutte le situazioni giuridiche che si manifesteranno nei mondi virtuali. Necessità evidenziata dal 64% dei manager intervistati che ritengono che i governi debbano fare di più relativamente alla regolamentazione del metaverso e che è dimostrata anche dalla cautela negli investimenti da parte dei ceo intervistati: soltanto il 6% prevede di investire più del 50% del budget a loro disposizione per sperimentazioni nel metaverso”.
Dalla survey emerge che circa il 30% delle aziende italiane ed estere ha già avviato o intende investire nella sperimentazione e adozione delle principali tecnologie emergenti, tra cui il metaverso, e il 25% intende farlo nel breve periodo. In particolare, come sottolineato da Paolo Boccardelli, direttore del Centro di ricerca in strategic change Franco Fontana presso la Luiss University: “Per garantire una corretta esecuzione di una strategia del metaverso è necessario investire nello sviluppo di nuove competenze trasversali, in particolare nell’ambito technology (blockchain, pagamenti elettronici, cybersecurity), tax & legal (legal, risk, compliance) e people & business (business model building). Infatti, il 42% dei ceo e top manager che hanno partecipato al sondaggio hanno evidenziato che è indispensabile investire anche nella formazione dei dipendenti, a riprova dell’importanza del fattore umano per l’applicazione delle tecnologie emergenti e lo sviluppo del metaverso”.
Si prevede inoltre nel prossimo decennio una crescita considerevole dell’impatto del metaverso sul portafoglio dei servizi e prodotti offerti: oltre il 40% degli intervistati ritiene che il tasso di crescita medio del mercato del metaverso in termini di ricavi attesi nei prossimi 10 anni sarà superiore al 40%.
Tuttavia, la propensione è ad investire con cautela: solo il 28% degli intervistati intende investire più del 15% del budget nella sperimentazione di nuove soluzioni nel metaverso ed il 19% prevede di investire più di 200 mila euro nel corso del 2023 per avviare nuove progettualità e adottare nuove soluzioni nel metaverso.
Dall’indagine è inoltre emerso il notevole potenziale del Web 3.0 nel modellare i futuri business model delle imprese, che nascono dalla creazione e la vendita di asset digitali e da collezione, case ed edifici digitali ed esperienze virtuali. I principali ambiti di applicazione sui quali si intende investire sono la customer experience, che consiste nel garantire esperienze multisensoriali attraverso la creazione di luoghi virtuali completamente immersivi, la formazione 4.0 intesa come apprendimento e sviluppo delle competenze nel metaverso, il metaverse marketing per aumentare la visibilità e rafforzare l’immagine del brand e il new way of working ovvero abilitare un nuovo modo di lavorare attraverso l’organizzazione di incontri virtuali nel metaverso per una maggiore inclusività.
Non mancano però le critiche, perplessità e dubbi sul Web 3.0, da riscontrarsi in una serie di fattori: la presenza di ingenti costi di investimento affiancati ad un’eventuale incertezza dei relativi ricavi; la poca chiarezza circa le reali potenzialità e opportunità associate; la necessità di investire nello sviluppo di nuove competenze e l’assenza di una normativa adeguata. In particolare, Il 64% degli intervistati ritiene che i governi dovrebbero ulteriormente regolamentare il mercato, in quanto la normativa vigente non risulta essere completamente adeguata a rispondere ai diversi scenari abilitati dal Web 3.0.
Secondo il 48% del campione, sebbene si tratti di un mercato ancora in fase di espansione, gli nft offrono un’importante opportunità di crescita dei ricavi e hanno già dimostrato essere una realtà con potenzialità significative in svariati ambiti di applicazione. in particolare, sono stati individuati tre principali ambiti di applicazione: diritti d’autore, collezionismo e marketing. al contrario, il 38% degli intervistati non ritengono gli nft una tecnologia da esplorare e su cui investire, in quanto hanno un mercato troppo volatile e pertanto uno scarso valore aggiunto. Infine, il 14% dei top manager intervistati evidenzia che la scarsa conoscenza degli nft li rende non appetibili per effettuare investimenti.
Giuseppe Perrone, emeia blockchain leader di EY, aggiunge: “Le imprese saranno sempre più chiamate ad adattare i propri business model al cambiamento digitale promosso dal Web 3.0. Abbiamo registrato una forte tendenza a investire in soluzioni basate su metaverso e nft, il valore di mercato mondiale è di circa 400 miliardi di dollari, per cui lo sviluppo di skill e know how in tale ambito potrebbe risultare decisivo per la crescita nel breve-medio termine. Nello specifico, il 60% dei rispondenti intende investire nel metaverso per aumentare i propri profitti, sviluppare nuovi prodotti e raccogliere nuovi dati a supporto del miglioramento dell’attuale customer experience. Cogliere le opportunità che emergono dal contesto tecnologico odierno potrebbe rappresentare un’importante fonte di vantaggio competitivo e di creazione di valore.”
In relazione agli aspetti di regolamentazione, soltanto il 17% dei rispondenti ritiene che i governi si stiano muovendo adeguatamente rispetto alla regolamentazione del metaverso, mentre il 63% ritiene che l’attuale regolamentazione del mercato non sia sufficiente. I manager intervistati ritengono necessario regolamentare gli aspetti legati a cybersecurity (soprattutto la gestione dei dati personali), educazione e formazione (proibendo ad esempio azioni violente), transazioni economiche e relativa fiscalità e comportamento sociale ed etico.
Il report mette in evidenza le aspettative che gli operatori ripongono non solo rispetto ai loro investimenti nel metaverso, ma anche in termini di capacità e competenze richieste per l’attuazione di una strategia nel metaverso in ambito di risk and compliance. Di conseguenza, il fisco non può che avere aspettative analoghe e richiedere dunque un sistema di armonizzazione tra le varie giurisdizioni dei singoli Paesi. In quest’ottica, è fondamentale concepire un’idea di compliance non solamente a livello nazionale – come era stato il caso per la web tax – ma sovranazionale anche alla luce dei notevoli sforzi e delle recenti esperienze che gli Stati stanno portando avanti in materia di global minimum tax.
Data la crescente quantità di dati personali che circolano e vengono trattati attraverso il web, è determinante lavorare su un doppio fronte: da un lato applicando i principi generali che il legislatore europeo ha già saputo individuare nel gdpr (i principi di privacy by design e di privacy by default), di minimizzazione e dell’accountability del titolare del trattamento; dall’altro, le nuove tecnologie dovranno essere osservate e percepite anche come strumenti di gestione e monitoraggio dei trattamenti dei dati personali a supporto della compliance.
La realizzazione di un ambiente come il metaverso coinvolge anche degli asset di intellectual property (ip) come le privative brevettuali, i brand, il diritto d’autore e della comunicazione. Analogamente la realizzazione e commercializzazione di un nft non può prescindere dalla valutazione del rapporto con i diritti di proprietà intellettuale propri o di terzi.
Inoltre, le nuove tecnologie e le loro applicazioni potranno avere impatti innegabili anche sul mondo del lavoro. Tra gli aspetti principali da approfondire si trova il concetto di luogo di lavoro (con il superamento dei tradizionali vincoli di tempo, luogo e spazio), la formazione dei lavoratori e le possibili ricadute sulla normativa in tema di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. Le questioni derivanti dall’utilizzo di una nuova tecnologia necessitano di un approccio interdisciplinare volto ad interpretare in chiave evolutiva le disposizioni già esistenti e creare regole generali, piuttosto che introdurre norme calibrate su singole fattispecie che rischiano di essere rapidamente superate dal progresso tecnologico.