(Adnkronos) – Il rischio del mancato inserimento del middle management metterebbe il comparto istruzione e ricerca in condizioni di forte svantaggio. Questo è l’allarme lanciato da Cida, e dalle associazioni Anp e Anquap che vi aderiscono per il tramite della Federazione della funzione pubblica, mentre è in corso la trattativa tra Aran e i sindacati sul tema dell’ordinamento del personale ata e dei direttori sga.
“La buona organizzazione del sistema scolastico è il prerequisito indispensabile per l’efficacia e l’efficienza del servizio ed è la garanzia del miglioramento dei livelli di istruzione dei nostri giovani. L’attuale complessità delle istituzioni scolastiche autonome e le numerose responsabilità, tutte ricadenti sulla figura apicale del dirigente scolastico, rendono difficoltosa l’organizzazione e la gestione delle scuole, che necessita della collaborazione di persone di fiducia del dirigente alle quali delegare specifici compiti“ dichiara Stefano Cuzzilla, Presidente di CIDA.
“In quest’ottica – aggiunge – l’inserimento della figura del middle management dalle elevate professionalità si configura sempre di più come ruolo chiave all’interno delle organizzazioni scolastiche in quanto garantisce continuità rispetto ad una cultura manageriale, alla guida del personale, al presidio dei meccanismi e delle procedure interne. Il mancato inserimento di una figura di così grande rilevanza rischia di incidere negativamente sul rilancio della valenza del lavoro pubblico, come traino della ripresa economica e produttiva necessaria al Paese”.
“L’atto di indirizzo generale del ministro Brunetta per tutti i comparti del pubblico impiego prevede di istituire l’area delle elevate professionalità”, commenta Giorgio Germani, presidente di Anquap. “Va nella stessa direzione – ricorda – l’atto di indirizzo specifico per il Comparto Istruzione e Ricerca. Con riferimento alle scuole è di solare evidenza che in questa area devono essere collocati i direttori sga, funzionari direttivi in posizione apicale che, come anche i dirigenti scolastici, svolgono compiti fondamentali di amministrazione e organizzazione”.
“La preoccupazione dell’Anquap – sottolinea Antonello Giannelli, presidente Anp – è anche nostra: non istituire nel comparto scuola una specifica area delle elevate professionalità – come avvenuto, invece, nel comparto delle funzioni centrali – sarebbe un grave errore di direzione contrario a quella dell’innovazione. L’organizzazione delle scuole necessita di molteplici figure in grado di cooperare, a vario titolo, col dirigente scolastico. Mi riferisco sia ai dsga, sia ai docenti, sia ai collaboratori del dirigente, che dovrebbero tutti, a pieno titolo, essere inseriti nell’area delle elevate professionalità. Dopo il pasticcio sul “docente esperto”, non dobbiamo perdere anche questa occasione per riconoscere adeguatamente quelle professionalità e per dare loro una più corretta collocazione professionale. La scuola non deve rimanere al palo ancora una volta”.
“L’introduzione dell’area delle elevate professionalità è un percorso che sta interessando tutte le pubbliche amministrazioni. Estromettere da questo processo di cambiamento un settore ampio e delicato come la scuola, rappresenterebbe una grave ingiustizia nei confronti del personale, che subirebbe infatti un trattamento diverso rispetto agli altri settori delle Pa. Si tratta di rispettare la giustizia distributiva e di dare un volto adeguato ai tempi e ad un’organizzazione del lavoro che tenga conto della pluralità delle competenze, necessarie a sostenere un’amministrazione moderna in tutti i settori. Certamente la scuola non può restare l’unica a subire dimenticanze e ritardi ingiustificati” conclude Giorgio Rembado, presidente FP Cida.