(Adnkronos) – “Noi riteniamo di valutare il merito delle operazioni che vengono fatte a livello politico dal governo. Abbiamo iniziato unitariamente una mobilitazione che ha visto la conclusione delle iniziative con la manifestazione di Napoli e dopo questa abbiamo ritenuto, nonostante la convocazione al tavolo del governo, di mantenere una mobilitazione. Come Uiltec saremo al fianco della Uil che ha deciso di continuare la mobilitazione e lo facciamo perchè, nel merito, non abbiamo ricevuto risposte adeguate rispetto ai grandi temi che ci stanno a cuore: il fisco, le pensioni, il lavoro ma soprattutto le politiche industriali che in questo momento non ricevono risposte adeguate”. Così, con Adnkronos/Labitalia, Daniela Piras, segretaria generale della Uiltec, il sindacato dei lavoratori del tessile, dell’energia e della chimica, sulla mobilitazione del sindacato contro i provvedimenti messi in campo dal governo.
E le richieste del sindacato ruotano attorno al tema centrale dell’anergia. “Sosteniamo con forza -sottolinea Piras- che la transizione energetica debba passare dal gas. E per questo riteniamo che sia fondamentale strutturare meglio la diversificazione dell’approvvigionamento del gas, per tutelare le famiglie ma anche l’attività delle nostre industrie. Non è possibile pensare alla decarbonizzazione del Paese per raggiungere gli obiettivi posti dall’Unione Europea senza passare dall’utilizzo del gas”.
Secondo la leader sindacale, “la situazione energetica del nostro Paese è determinata da un quadro di instabilità complessiva. Oggi possiamo dire di essere in una condizione che ci permette una certa tranquillità dal punto di vista della gestione delle risorse, dell’approvvigionamento del gas”.
“Ma il conflitto in Ucraina determina sicuramente un quadro di instabilità importante anche se il nostro Paese sta cercando di emanciparsi rispetto alla dipendenza che fino allo scoppio del conflitto era assoluta nei confronti della Russia. Stiamo cercando di diversificare gli approvvigionamenti e stiamo lavorando sullo stoccaggio del gas”, ribadisce.
Altro dossier ‘caldo’ per il sindacato è il Pnrr. “E’ semplice dire cosa ci aspettiamo relativamente al Pnrr, più difficile dare un giudizio sull’operato del governo. Come organizzazioni sindacali -spiega Piras- riteniamo che sia fondamentale avere a disposizione e utilizzare le risorse economiche del Piano. Crediamo che sia un’opportunità irripetibile e riteniamo che sia indispensabile che i progetti, soprattutto quelli industriali, siano sostenuti e non perdere neanche una piccola parte di queste risorse. Ne va della rinascita del Paese”.
Rinascita che per Piras non può che passare dal sostegno all’industria. “Noi riteniamo che il governo -sottolinea- debba attivare con convinzione delle politiche industriali a supporto della nostra spina dorsale produttiva. Serve una politica industriale e una politica energetica perchè solo attraverso il sostegno del sistema industriale ci può essere una conseguente rinascita economica del Paese”.
E l’attività della Uiltec passa dal sostegno allo sviluppo dei settori produttivi. “La nostra -sottolinea Piras- è una grande categoria che all’interno ha tante anime industriali e produttive. Al centro della nostra attività sindacale ci deve essere attenzione rispetto alla possibilità di raggiungere gli obiettivi a cui il nostro Paese deve guardare e che l’Europa ci ha posto come traguardi da raggiungere. E che sono ovviamente quelli legati alla transizione energetica, a quella ecologica e a quella digitale”.
“Noi siamo d’accordo e consapevoli -continua Piras- che ci debba essere il raggiungimento dell’obiettivo previsto dal Green Deal ma riteniamo che questo non possa prescindere da quello che noi definiamo il social deal. Noi infatti riteniamo che le trasformazioni che impattano le nostre realtà produttive debbano vedere affianco anche le trasformazioni delle attività professionali e dei lavoratori che vengono adeguati al mondo del lavoro che si trasforma”.
“Tutto questo necessita però di un’idea industriale, anche supportata da un quadro normativo che forse oggi non è adeguato alle aspettative e agli obiettivi che abbiamo di fronte”, conclude la sindacalista.