(Adnkronos) – “A marzo avevamo fatto un’osservazione: a fronte del 6,6% del Pil i poveri non erano diminuiti in Italia. Erano sempre 5,6 milioni, cresciuti di un milione nel corso della pandemia ed erano rimasti tali. Questo perché l’alta inflazione aveva impedito a 350mila persone di risalire oltre la soglia. E le persone aiutate, che si rivolgono agli enti caritativi sono ormai 1 mln e 700 mila. Già dai primi mesi di quest’anno questo numero stava crescendo, e la nostra previsione, considerando anche l’inflazione in crescita, era di ritrovarci con almeno il 10% di nuovi poveri sui 5,6 mln già presenti. Speriamo tanto di sbagliarle queste previsioni, ma non siamo ottimisti su questo autunno”. E’ l’allarme che lancia, intervistato da Adnkronos/Labitalia, Giovanni Bruno, presidente di Fondazione Banco Alimentare onlus, che coordina una rete di 21 banchi alimentari regionali e ha raccolto oltre 126mila tonnellate di cibo nel 2021, con oltre 7600 strutture caritative convenzionate.
“Senza considerare -continua Bruno- il rischio di chiusure significative di aziende e di nuovi disoccupati: la tipologia di nuovi poveri è costituita dalla famiglia monoreddito, con un lavoro regolare, che non vede crescere le sue necessità ma vede crescere enormemente i costi per far fronte alle sue necessità. Per una coppia con due figli si parla di una stangata di 2.600 euro in più, una cifra che per una famiglia monoreddito si sente e anche in modo pesante”, spiega ancora.
“Noi speriamo ardentemente che nei prossimi mesi non ci sia una valanga di nuovi poveri ma sicuramente un incremento significativo ci sarà e questo costituisce un problema. Nel 2020 abbiamo avuto un milione di nuovi poveri in più e nel 2021 nonostante la crescita non sono diminuiti. E questo vuol dire che difficilmente quando uno scivola sotto la soglia di povertà uno riesce a recuperare. Se per ‘scivolare’ ci vogliono 5 minuti, e basta una spesa imprevista, un incidente, qualunque cosa, anche per una famiglia con reddito, poi recuperare poi diventa molto più faticoso”, rimarca ancora Bruno.
E, Bruno lo ribadisce, con l’inflazione in aumento e il caro bollette, non possono sentirsi al sicuro neanche le famiglie che un reddito ce l’hanno. “Sicuramente il caro bollette e la corsa dell’inflazione stanno pesando tanto anche su famiglie che hanno un reddito, non dobbiamo pensare che siano in difficoltà solo i barboni e i disoccupati. Anche le famiglie monoreddito oggi fanno fatica, fanno sempre più fatica ad andare avanti. E specialmente se parliamo di famiglie con due o più figli. E cresce la richiesta presso le strutture caritative accreditate con il Banco alimentare, con i relativi problemi psicologici di chi non è abituato a chiedere”, spiega ancora.
E l’aumento dei costi dell’energia sta creando grosse difficoltà anche all’azione del Banco Alimentare. “Il carrello della spesa con incrementi del 9% sta pesando e non poco. Come cresce la spesa degli acquisti nei discount, che è un segnale di chi cerca il risparmio, così cresce la richiesta presso le strutture caritative a noi collegate. E devo dire che da ultimo crescono anche -spiega ancora Bruno- le difficoltà per noi come Banco alimentare perché il lavoro di recupero, di stoccaggio e di consegna degli alimenti è segnato in pieno dagli aumenti del costo della benzina e del gasolio per i trasporti, e della corrente elettrica per le celle frigorifere che sono presenti in tutti i nostri magazzini e sono fondamentali per la conservazione e la consegna del cibo. Per cui i costi stanno crescendo notevolmente anche per noi e quindi a una maggiore richiesta di aiuto fa riscontro una maggiore difficoltà da parte nostra ad andare incontro a questa richiesta d’aiuto”, sottolinea.
E Bruno fa un appello alla società civile e alle istituzioni per sostenere l’azione del Banco alimentare. “Noi oggi chiediamo quello che chiediamo normalmente sempre: in primis l’essere aiutati e sostenuti da chi può. Dalle istituzioni e dal tessuto della società civile, che non manca di risorse. Un’osservazione che mi permetto di fare è che i dati della Banca d’Italia dicono che i risparmi degli italiani sono incrementati notevolmente. E questo fa ‘a pugni’ con la situazione della povertà. E questo vuol dire una cosa, che in Italia sono aumentate le diseguaglianze: chi stava bene continua a stare bene e anche meglio, e chi stava male sta sempre peggio”, sottolinea amaro Bruno. Per Bruno, “tra coloro che hanno aumentato i loro risparmi negli ultimi due anni un soprassalto di solidarietà sociale per il bene del Paese sia assolutamente indispensabile”. “Da parte di tutti, privati, istituzioni e fondazioni”, conclude.