(Adnkronos) – E’ stato conferito ieri sera, sul palcoscenico del concerto finale dello Spoleto Festival dei Due Mondi, il ‘Premio Carla Fendi Stem 2023’, alla sua tredicesima edizione, all’astronauta Andrea Patassa, selezionato tra più di 22.500 aspiranti di tutto il mondo come riserva dell’Agenzia spaziale europea (Esa). Il riconoscimento è stato consegnato dal Maestro Antonio Pappano alla presenza della direttrice artistica del Festival Dei Due Mondi, Monique Veaute, e di Maria Teresa Venturini Fendi, presidente della Fondazione Carla Fendi.
Nato a Spoleto, pilota collaudatore e sperimentatore dell’Aeronautica Militare, Andrea Patassa è membro della Riserva Astronauti dell’Agenzia spaziale europea (Esa). Nel 2010 Andrea Patassa ha intrapreso la sua formazione presso l’Accademia Aeronautica, conseguendo la laurea triennale e specialistica in Scienze Aeronautiche, compiendo parte del percorso di studi presso l’École de l’air et de l’espace francese. Nel 2015 si è addestrato come pilota militare presso il programma Euro-Nato Joint Jet Pilot Program sulla base di Sheppard, in Texas. Dopo aver completato l’addestramento in Italia, viene assegnato al 4° Stormo di Grosseto, dove ha operato come pilota di velivoli caccia Eurofighter, partecipando anche a missioni in Lituania e Medio Oriente.
Nel 2021 è stato selezionato dall’Aeronautica Militare per partecipare al corso da pilota collaudatore e sperimentatore con la United States Air Force presso la base di Edwards, in California. Durante la sua permanenza negli Stati Uniti, nel 2022 ha ottenuto un master in Experimental Flight Test Engineering. In questo periodo, ha partecipato e superato la selezione per astronauti dell’Esa tra più di 22.500 candidati, e ha ottenuto un posto nel Corpo di Riserva Astronauti dell’Agenzia Spaziale Europea. Attualmente, Andrea Patassa opera presso la base di Pratica di Mare, dove si occupa dello sviluppo e del collaudo di vari jet dell’Aeronautica Militare, inclusi Eurofighter, Tornado e M346. Vanta un totale di circa 1.000 ore di volo su oltre 30 diversi aerei militari.
Prima della premiazione, nel pomeriggio, presso il Teatro Caio Melisso Spazio Carla Fendi, si è tenuto l’incontro ‘Tutto è numero’, il tema presentato quest’anno a Spoleto dalla Fondazione Carla Fendi, nel suo impegno in qualità di Main Partner del Festival dei Due Mondi, e rinnovando il suo interesse per la scienza. Un progetto interdisciplinare, che esplora il legame tra musica e matematica sino all’arte computazionale generativa attraverso i processi di Machine Learning, facendo riflettere su ciò che l’essere umano è e sarà capace di creare, che ha ispirato anche l’installazione ospitata durante il periodo del Festival nell’ex Battistero della Manna d’oro: ‘Tutto è numero artificial creation, creata da Gabriele Gianni e realizzata attraverso gli strumenti della Ai.
“’Tutto è numero’ esplora il ruolo dell’algoritmo nel profondo legame tra pensiero creativo, musica e matematica. L’Intelligenza Artificiale ci proietta in un momento esaltante e inquietante insieme, una quarta rivoluzione industriale di cui non conosciamo ancora l’evoluzione”, ha dichiarato Maria Teresa Venturini Fendi.
Coordinati dalla regia di Quirino Conti, sul palcoscenico del Teatro Caio Melisso Spazio Carla Fendi si sono alternati il matematico Paolo Zellini e la presidente dell’associazione mondiale sulla ricerca in Ai, Francesca Rossi, che hanno parlato della matematica come fonte di creatività e sull’etica dell’Intelligenza Artificiale. A introdurli, in questo nostro viaggio tra numeri e algoritmi, lo storico della musica Sandro Cappelletto, affidandone la derivazione musicale alla performance del pianista Marco Scolastra.
“La definizione più celebre del rapporto che lega la musica ai numeri è del filosofo tedesco Gottfried Leibniz: ‘La musica è un esercizio occulto dell’aritmetica, nel quale l’anima non si rende conto di calcolare’. L’anima e il calcolo, la regola e l’estro, l’ordine e l’invenzione: la musica nasce dall’incontro di queste forze complementari e inseparabili. Esempio perfetto di questa coesistenza sono le Variazioni Goldberg di Johann Sebastian Bach. La rigorosa organizzazione numerica è la condizione necessaria per il fiorire della loro suprema bellezza”, ha affermato Sandro Cappelletto.
“Le cose sono come numeri, sosteneva Pitagora, oppure, in una forma estrema, le cose sono numeri. Questa tesi appare singolare e in parte incomprensibile, ma il calcolo moderno, che ha ereditato molti dei suoi procedimenti dalla matematica antica, sarebbe in grado di confermarla. Il numero potrebbe rivendicare anche oggi la stessa potenza simbolica, e insieme lo stesso carattere di realtà, che aveva non solo in Grecia, ma anche in diverse tradizioni”, ha spiegato Paolo Zellini.
“L’Ai è ormai motore produttivo e creativo per ogni settore, con indubbio valore economico e sociale. Il suo uso pervasivo genera però anche giustificate preoccupazioni per il suo possibile impatto sul mondo del lavoro, sull’educazione, sull’ambiente, su diritti fondamentali quali la privacy, l’equità, la trasparenza, e in generale per la velocità e la globalità della trasformazione digitale supportata dall’Ai. Nell’affrontare questi temi, tutti insieme dobbiamo giocare un ruolo complementare con lo scopo di individuare in modo condiviso le soluzioni tecnologiche e le regole per creare un futuro in cui i valori e i diritti umani vengano rispettati e l’unicità della nostra intelligenza non venga messa in discussione, ma anzi venga amplificata dalla tecnologia”, ha sottolineato Francesca Rossi.