(Adnkronos) – “Le pmi italiane hanno bisogno di più visibilità: meno del 10% utilizza strategie strutturate di social media marketing e quelle che sviluppano una presenza online sui social network tradizionali si trovano a competere con aziende che hanno a disposizione budget di marketing fino a mille volte superiori”. A raccontarlo è Barbara Leonetti, founder e Ceo di Wikipoint, startup innovativa che ha realizzato un immenso mondo digitale parallelo con lo scopo di offrire negozi virtuali e vetrine nelle strade più importanti del mondo alle pmi. Un anno fa, l’azienda ha chiuso con successo un importante round di equity crowdfunding su Mamacrowd che ha portato a bordo oltre 300 investitori e una raccolta di ben 672mila euro.
“Abbiamo sempre operato con un faro costante: la concretezza. Non crediamo in esercizi di stile fini a se stessi. Per questo, abbiamo dato vita a una forma nuova di interazione digitale che abbiamo chiamato Wikipoint City, nata con lo scopo di permettere alle pmi di aprire un proprio ufficio o negozio virtuale nelle location più simboliche al mondo per acquisire una forma di visibilità, una nuova voce digitale. Un anno fa, gettavamo le basi per tutto questo progetto e oggi siamo lieti di annunciare 6 città virtuali perfettamente ricreate e già numerosi clienti a bordo”.
Nato come universo virtuale, oggi Wikipoint si evolve inaugurando il 3D Social Network, una versione più immersiva e coinvolgente dei Social Network tradizionali. Per gli utenti, questa piattaforma costituisce un nuovo ed entusiasmante modo di ricercare informazioni, socializzare e contribuire a cause solidali. Per le pmi, rappresenta l’opportunità di aprire il proprio negozio o ufficio virtuale in iconiche città ricostruite digitalmente, a soli 49 euro al mese. “Nel solo primo mese di lancio del prodotto, abbiamo già acquisito un numero significativo di clienti. Ad oggi Wikipoint conta 6 città (Milano, Roma, Firenze, Napoli, New York e Parigi) nelle quali hanno aperto la propria sede virtuale 361 negozi e 236 uffici, ma il nostro obiettivo è raggiungere 10.000 pmi in 5 anni”, continua Leonetti.
“Avere il proprio negozio virtuale in Wikipoint City, permette di raggiungere nuovi clienti e distinguersi dalla concorrenza con creatività. Intanto, stiamo continuando ad aggiungere nuove città puntando sempre più verso un pubblico internazionale. Basti pensare che tra Europa, Usa e Canada ci sono oltre 57 milioni di pmi che potrebbero trarre vantaggio da questo servizio”, spiega Guido Simonetti, founder e Coo dell’azienda.
Wikipoint City è accessibile da qualunque computer o smartphone. Entro la fine del 2023 Wikipoint inaugurerà il suo San Siro Green District, una visione della città del futuro fortemente incentrata sulla sostenibilità e pronta ad accogliere 10.000 utenti in altrettanti appartamenti virtuali offerti gratuitamente, per esibire contenuti e dialogare con i follower. “In questo modo vogliamo stimolare la formazione di una community di artisti, influencer e sostenitori di cause sociali. La aree virtuali del distretto saranno, inoltre, teatro di eventi e offriranno un’esperienza di shopping mai vista prima”, sottolinea la Ceo dell’azienda. Agli accessi in Wikipoint City saranno, inoltre, collegati eventi nel mondo reale che, grazie ad accordi stretti da Wikipoint, permetteranno di piantare alberi o donare cibo a centri di accoglienza per animali randagi. Wikipoint ha appena aperto una seconda campagna di equity crowdfunding su Mamacrowd che in un solo giorno ha raccolto oltre 100mila euro. Gli obiettivi sono molto ambiziosi: arrivare, nei prossimi tre anni, a 50 città virtuali in grado di ospitare fino a 5mila clienti.
“Abbiamo chiuso gli ultimi due esercizi con pareggi di bilancio e incrementato il fatturato di oltre il 95%. Siamo imprenditori con esperienza e una visione molto chiara. Oggi, investire in Wikipoint vuol dire scommettere sul futuro dei social network. I nostri punti di forza? Un team internazionale consolidato, un modello di business scalabile, un prodotto già presente sul mercato e la fiducia di 300 investitori che hanno già creduto nel nostro progetto”, conclude.