(Adnkronos) – Socievoli, solari e determinati, ma all’interno di una società nei confronti della quale provano sentimenti di disgusto e rassegnazione. Famiglia e amici come confort zone. Aperti e inclusivi, dicono “sì” alle scelte bioetiche come fecondazione assistita, suicidio assistito, adozione per coppie omosessuali, ma cresce anche la percentuale dei favorevoli alla pena di morte. Questo il ritratto della “Generazione Proteo” tracciato dall’11° Rapporto di ricerca dell’Osservatorio permanente sui giovani dell’Università degli Studi Link che sottolinea come sia una generazione che si divide tra “gender fluid” e sostenitori dell’approccio binario maschio/femmina. Nel lavoro guardano con favore alla flessibilità, intesa come approccio di vita in quanto sinonimo di libertà. Si sentono a rischio di hate speech e violenza sessuale più che di bullismo e cyberbullismo. A scuola bocciano il voto, che considerano ormai superato nella sua applicazione, quando non finanche ingiusto e “fuori tempo”. Segnali di cambiamento nel cementificato strappo con la politica grazie all’onda rosa.
Ritratto presentato questa mattina nella sede dell’ateneo alla presenza, tra gli altri, di Gianmarco Mazzi, sottosegretario di Stato per la Cultura, Massimiliano Atelli, capo di gabinetto del ministro per lo Sport e i Giovani, Antonello Giannelli, presidente Anp, Francesco Marchionni, consigliere di presidenza vicario del Consiglio Nazionale Giovani, don Rino Matera in rappresentanza del Vicariato di Roma e Michela Corsi, dirigente dell’Ufficio Scolastico Regionale del Lazio. La ricerca ha visto intervistati circa 4.000 studenti italiani 16-19enni, rappresentativi dell’intero territorio nazionale. Ne è uscito un quadro sorprendente: per il 57,9% il lavoro va creato e non cercato. Solo il 20,4% sceglierebbe il pubblico impiego. Al 63,1% la politica non interessa, e solo il 16,9% vorrebbe intraprendere la carriera politica.
“I dati che emergono – sottolinea Carlo Alberto Giusti, rettore dell’Università degli Studi Link – restituiscono il ritratto di una generazione coraggiosa e consapevole, alle prese con una fase storica difficile e complessa”.
“L’11° Rapporto – spiega Nicola Ferrigni, direttore dell’Osservatorio ‘Generazione Proteo’ – ci consegna l’identikit di una ‘wave generation’, la cui energia positiva rischia quotidianamente di infrangersi contro una società che non riesce più a parlare ai giovani, che non ha le loro stesse argomentazioni. L’onda si è tuttavia generata, e mai come in questo momento storico c’è da sperare che essa non si infranga contro quegli scogli rappresentati dalla società che noi stessi adulti abbiamo costruito. Al contrario, il nostro augurio è che i giovani possano cavalcare la cresta dell’onda, come si confà a dei portatori sani di energia quali essi sono».
“Anche quest’anno – aggiunge la prof.ssa Marica Spalletta, condirettore della ricerca – i giovani si fanno ‘portatori attivi’ di un’idea di movimento, che essi sperimentano nella propria quotidianità, nella sua dimensione più strettamente emozionale e al contempo in uno spazio anche virtuale. E non a caso ‘movimento-emozioni-virtuale’ sono le tre keyword riassunte nel claim della due giorni #ProteoBrains2023, ovvero #YouthIn(e)Motion e che si apre oggi con la consegna del Rapporto di ricerca dell’Osservatorio ai giovani, alle Istituzioni e alla società civile”.