(Adnkronos) – Quella legata alla cessione dei crediti relativi ai bonus edilizi è stata tra le questioni che più hanno acceso il dibattito politico negli ultimi mesi, anche perché ha chiamato in causa il problema dei crediti bloccati che ha creato parecchie difficoltà ad imprese e professionisti impegnati nei lavori. Ma quanto è esteso il ricorso alla cessione dei crediti? Se l’è chiesto il Centro studi Cni che nel mese di marzo ha realizzato un’indagine per quantificare il ricorso, da parte degli ingegneri, allo sconto in fattura per i lavori realizzati in edilizia con Superbonus 110% e con bonus ordinari nel biennio 2021-22. All’indagine hanno partecipato 4.321 tra ingegneri iscritti all’Albo che esercitano la libera professione in via esclusiva e ingegneri che operano sia come lavoratori dipendenti che come liberi professionisti.
Intanto va detto che, com’è facile immaginare, un numero molto consistente di ingegneri iscritti all’Albo ha svolto lavori finanziati con i bonus: il 64% dei professionisti ha operato con i Superbonus 110% e il 55% con i bonus ordinari (bonus facciate, ecobonus per il risparmio energetico). Naturalmente ad aver registrato un numero molto consistente di pratiche con bonus sono stati soprattutto gli ingegneri che svolgono la professione a tempo pieno.
Gli ingegneri che hanno partecipato all’indagine hanno fatto registrare in media 10 pratiche a testa con Superbonus e 6 con bonus ordinari. Va detto, però, che questo dato non è omogeneo, dal momento che le strutture più organizzate, come le società o gli studi di maggiori dimensioni, hanno registrato valori ben al di sopra della media. La complessità che sovente caratterizza questi lavori ha fatto sì che le strutture più grandi siano riuscite ad affrontare in un tempo relativamente breve un numero più consistente di cantieri.
Detto questo, nella maggior parte dei casi analizzati i professionisti hanno cercato di riscuotere il proprio compenso nella forma tradizionale, ovvero attraverso la liquidazione della fattura direttamente presso il committente. Il ricorso alla sconto in fattura, pur non essendo mancato, non risulta particolarmente diffuso, anche tenendo conto del consistente numero di lavori effettuati e di cantieri che sono stati aperti. Questi i dati: per i Superbonus 110% ha fatto ricorso allo sconto in fattura il 37% dei professionisti; tra questi il 12% ha utilizzato sempre lo sconto in fattura per tutti i lavori ed il 25% lo ha alternato al pagamento diretto del committente. Di conseguenza, Il 63% di chi ha lavorato con Superbonus 110% non ha mai praticato lo sconto in fattura, magari perché ritenuto non conveniente, rischioso e complicato.
La maggior parte degli ingegneri che hanno utilizzato lo sconto in fattura per lavori con Superbonus 110% lo hanno portato in detrazione/compensazione nella propria dichiarazione dei redditi, mentre solo il 23% ha ceduto il credito ad una banca. Oltre il 70% di chi ha ceduto il credito ad una banca, poi, non ha recuperato per intero il compenso pattuito con il committente. Tra costoro, il credito procapite presente attualmente nei singoli cassetti fiscali ammonta a cifre piuttosto consistenti: 40.000 euro, che superano i 100.000 euro nel caso delle società di ingegneria.
Anche coloro che hanno effettuato lavori con bonus ordinari hanno deciso di ricorrere in minoranza allo sconto in fattura: solo il 21%, di cui appena il 10% ha sempre utilizzato tale modalità per tutti i lavori. Di conseguenza il 79% non ha mai utilizzato lo sconto in fattura e si è fatto pagare direttamente dal committente