(Adnkronos) – “La recente sentenza di Cassazione sull’abusivismo professionale in tema di tenuta registri contabili e redazione dichiarazioni fiscali, ha ribadito quanto sentenziato dalla stessa Cassazione SS.UU. nel 2012, ovvero che bisogna sempre fornire ‘chiare indicazioni’ da cui evincere con esattezza la professione svolta e i necessari riferimenti legislativi, onde evitare fraintendimenti o prevenire tentativi fraudolenti di abuso di professione che condanniamo con fermezza”. Così il presidente dell’Istituto nazionale tributaristi (Int), Riccardo Alemanno, in merito alla sentenza della Corte di Cassazione n. 4673/23, in tema di abusivismo della professione di dottore commercialista ed esperto contabile.
Nel 2013, dopo la sentenza della Cassazione SS.UU. n. 11545/2012 che ha anticipato l’obbligo di indicare sempre chiaramente la propria attività professionale e i riferimenti legislativi, la Legge 4/2013, a cui fanno riferimento i tributaristi, ha infatti reso obbligatorie tali indicazioni.
Il professionista associativo ex Lege 4/2013, quale il tributarista dell’Int, ha l’obbligo, pena sanzioni irrogate ai sensi del Codice del consumo oltre che dall’Associazione di appartenenza, di segnalare in tutti i documenti e comunicazioni, l’attività svolta, la denominazione dell’Associazione e il numero di iscrizione, nonché i riferimenti alla legge 4/2013.
“Nei confronti del tributarista Int che non si attenga a tali obblighi, commettendo anche una violazione al Codice deontologico dell’Istituto nazionale tributaristi, l’associazione dove ciò fosse reiterato avvia provvedimenti disciplinari – dichiara Alemanno, che precisa – gli obblighi deontologici, di aggiornamento professionale, di sottoscrizione di adeguata polizza di responsabilità civile v/terzi, l’abilitazione alla funzione di intermediario fiscale, costituiscono garanzia per la nostra utenza. Garanzia che, per legge, è certificabile con il possesso dell’attestato di qualità e di qualificazione professionale dei servizi resi”.
“Esigiamo dai nostri tributaristi – avverte – il massimo rispetto delle altre professionalità e delle norme che identificano la nostra attività professionale. Però pretendiamo altrettanto rispetto, a partire dal fatto che il tributarista come tutti i professionisti, commercialisti compresi, svolge un’attività di lavoro autonomo, e quando ci si rivolge loro bisogna indicarli come professionisti così come li definisce una Legge dello Stato, ciò però non sempre accade, per cui d’ora in poi valuteremo attentamente, con i nostri legali, se eventuali ‘errori lessicali’ nel definire il tributarista, siano il tentativo di sminuire o peggio denigrare la sua professionalità”.