(Adnkronos) – “Il giudizio complessivo sull’estate che sta terminando è di enorme positività, perchè la risposta del mercato delle vacanze e delle famiglie è stata grandissima nonostante il Covid non sia stato del tutto debellato e nonostante le difficoltà nel mercato del lavoro causate proprio dal coronavirus sul settore del turismo. Quindi una grande risposta positiva. Abbiamo fatto un 42% in più rispetto al 2019, ed è un dato provvisorio perchè c’è ancora davanti circa un mese di stagione. E’ stato un anno importante, positivo per il turismo”. Così, intervistato da Adnkronos/Labitalia, Graziano Debellini, presidente di Th Resorts, una delle realtà più importanti nel turismo in Italia, leader nell’accoglienza in montagna, traccia il bilancio sull’estate 2022.
Ma Debellini lancia anche l’allarme sulla corsa dei prezzi dell’energia e delle materie prime. “Abbiamo patito enormemente questa altalena impazzita dei costi delle materie prime. E poi il boom del costo prima dell’energia elettrica e poi del gas”, sottolinea Debellini.
Una situazione difficilmente gestibile. “Per quanto riguarda le materie prime abbiamo questi boom improvvisi dei prezzi della farina e del pane che raggiungono quote incredibili e poi tornano al di sotto dei prezzi del 2019. Siamo di fronte quindi a una situazione molto grave, che ci preoccupa e in cui è evidente che ci sono delle speculazioni. Noi siamo riusciti sull’energia elettrica, attraverso l’accordo sulle rinnovabili con il Gruppo Dolomiti, a contenere l’aumento dei costi. Questo ha avvantaggiato il nostro Gruppo con le sue 30 strutture in Italia”, aggiunge.
Per Debellini non c’è più tempo da perdere. “Io credo che per gli interventi sull’energia non si possa aspettare il nuovo governo perchè i tempi della stagione turistica invernale non lo permettono. A novembre, quando si potrebbe avere il nuovo governo, le prenotazioni sono state già fatte. E come si possono prendere impegni per prenotazioni in una situazione di incertezza globale al riguardo dei fattori essenziali del turismo invernale? Io quindi credo che ci sia una decisione da prendere ora, subito”, sottolinea.
E l’intervento da mettere in campo è ormai chiaro. “Capiamo che c’è la guerra in Ucraina ma non capiamo perchè non c’è una guida in Italia e in Europa capace di mettere un limite, un tetto, all’impazzimento del prezzo del gas. Questa è la cosa sconcertante. Perchè nessuno riesce a mettere mano su questo tema? Il credito d’imposta non risolve il problema. E quindi a fronte del bellissimo risultato di questa estate noi abbiamo una preoccupazione enorme per i prossimi mesi”, rimarca.
Le preoccupazioni sono infatti per la prossima stagione invernale. “Non ho ancora notizia di chiusura di impianti sciistici per il caro energia ma c’è la preoccupazione grave che possono comunque crearsi le condizioni per farlo. Se in montagna non aprono gli impianti sciistici per il caro bolletta praticamente gli alberghi non possono lavorare. Gli alberghi chiudono. Se gli impianti sono chiusi la gente non va nelle stazioni sciistiche, anche se gli alberghi sono aperti. Questo dato di preoccupazione c’è”, aggiunge.
“Noi siamo il gruppo leader sulla montagna in italia, abbiamo una decina di strutture. Tra estate e inverno parliamo di una realtà da circa 40 milioni di fatturato, dalle Dolomiti alle Alpi. Quindi una realtà importante”, sottolinea Debellini. I segnali dal mercato sono però positivi, sottolinea Debellini. “Riteniamo che dal punto di vista commerciale tutto il mercato italiano ed estero è in movimento. I segnali che ci arrivano sono tutti positivi per quanto riguarda l’accoglienza e l’aspetto commerciale. La clientela che fa lo sci ha una disponibilità economica più alta della famiglia tipo che fa la vacanza al mare, lo sci resta uno sport molto costoso”, sottolinea.
Quindi “il segnale che abbiamo dal mercato è di continuità e di conferma. Il segnale che invece arriva dal mondo di alberghi, catene, singoli albergatori e proprietari degli impianti sciistici è di grandissima preoccupazione. Oggi la crisi idrica sembra attenuata, ma la poca acqua negli invasi e la necessità dell’energia per gli impianti ma anche per la neve artificiale è una grande preoccupazione”, conclude