(Adnkronos) – “Il consulente strategico aziendale rappresenta una rivoluzione per il futuro della micro-impresa italiana che pur rappresentando la stragrande maggioranza del tessuto imprenditoriale italiano e occupando la maggior parte dei lavoratori, contribuisce poco al valore totale della produzione. Le micro e piccole imprese italiane costituiscono la stragrande maggioranza del panorama imprenditoriale del paese, eppure spesso il loro potenziale economico rimane inespresso”. A dirlo Danilo Manni, presidente dell’Unione italiana consulenti strategici aziendali, Unicsa, intervenendo alla conferenza stampa alla Camera: ‘Il consulente strategico aziendale, la vera rivoluzione per la micro-piccola impresa italiana’.
“Secondo i più recenti dati Istat – ricorda – queste imprese rappresentano il 99% del tessuto imprenditoriale italiano, impiegando il 63% della forza lavoro e contribuendo al 43% del valore aggiunto nella produzione. La categoria delle microimprese, quelle con meno di 10 dipendenti, da sola costituisce il 95% del totale delle imprese italiane, generando un valore aggiunto del 26,7%. D’altro canto, le grandi aziende, pur rappresentando meno dell’1% delle imprese totali, occupano il 23% della forza lavoro e contribuiscono, da sole, al 37% del valore produttivo nazionale”.
“Importante – ha spiega – la figura del consulente strategico aziendale, un economista d’azienda esperto di marketing, capace di comprendere le profonde esigenze dell’imprenditore per poterlo guidare a raggiungere i risultati programmati, grazie a specifici protocolli frutto di un metodo standardizzato di gestione aziendale. Questo professionista non è un fiscalista e non è un consulente di direzione ma un consulente strategico che vuole essere riconosciuto come la scena preferenziale a supporto delle decisioni cruciali da prendere in azienda per realizzare una sana gestione profittevole e sostenibile nel tempo”.
“Dobbiamo aiutare l’imprenditore a gestire se stesso – sottolinea il presidente Danilo Manni – intercettando il bisogno dell’impresa e intervenire laddove manca una solida cultura aziendale. Queste imprese si distinguono per un approccio imprenditoriale improvvisato, dovuto proprio alla mancanza di una solida e valida cultura aziendale, che le rende vulnerabili agli errori umani”.
“Questa – dice – è una differenza chiave rispetto alle grandi aziende, dove il successo imprenditoriale è sostenuto da una gestione manageriale pragmatica, che mette d’accordo le figure chiave del tecnico di produzione, il leader visionario e il manager strategico. L’impresa non è fatta di numeri ma di persone e il consulente strategico aziendale è un esperto di marketing capace di intercettare il bisogno dell’impresa per aiutare l’imprenditore”.
“Serve – propone Luca Fioravanti, professore aggiunto della Luiss – una cultura aziendale che va fatta attraverso un affiancamento continuo generazionale, accompagnando le aziende a capire il modo corretto di agire. Ci vuole tempo e motivazione per capire fino in fondo come è fatta la gestione di un’azienda, riferire al management che poi a sua volta riferirà alla proprietà. Raggiungendo così l’obiettivo finale di creare valore”.