(Adnkronos) – Gli indici del Liv-ex, che monitorano l’andamento dei prezzi dei vini più pregiati al mondo nel mercato secondario, mostrano nell’ultimo anno flessioni nei valori del mercato dei Fine Wine. Lo stesso Liv-ex Fine Wine 1000 mostra, però, come negli ultimi 5 anni tutti i sottoindici regionali che lo compongono (Bordeaux, California, Porto, Borgogna, Champagne, Rodano, Italia e Resto del Mondo) siano ampiamente in positivo, con una crescita media del 29,5%, trainata dal podio composto da Champagne con +71,7%, Borgogna con +67,6% e Italia con +43%. “Come viene indicato dal Liv-ex, il mercato internazionale dei Fine Wine nell’ultimo anno ha visto decrescere i propri valori con picchi del -15%, come nel caso del Rodano”, spiega Michael Doerr, fondatore e Ceo di Oeno Group, società leader nel settore degli investimenti in fine wines. “Gli investimenti in Fine Wine – avverte – non vanno, però, considerati in una prospettiva di tempo così limitata come quella di soli 365 giorni, ma bisogna sempre tenere prospettive di medio-lungo termine. Se attualmente sono al ribasso, si tratta di un sintomo che questo mercato è sano, perché nessuna economia è sempre al rialzo, altrimenti si tratterebbe di una bolla speculativa destinata a scoppiare. Anzi, questo ribasso può essere considerato un momento utile per investire”.
Micheal Doerr ha fondato nel 2015 Oeno Group, ci cui è anche Ceo, società che offre un servizio personalizzato di consulenza per investire in vini di pregio. Il gruppo ha vinto il titolo di ‘Best Global Wine Investment Firm’, rilasciato dalla prestigiosa rivista International Investor, grazie alle sue performance di rendimento medie che si attestano intorno al 12,8% annuo e al suo personale specializzato che comprende 2 Master of Wine. La stessa International Investor ha premiato nel 2022 Michael Doerr con il riconoscimento ‘Wine Investment Ceo of the Year Award’. La situazione economica internazionale attualmente è determinata da diversi fattori destabilizzanti, come la guerra in Ucraina, la forte inflazione e la crisi delle banche in Silicon Valley, che hanno portato molti mercati a deflettere nei valori, comprese alcune valutazioni sui fine wine. In questo ‘annus horribilis’, l’Italia è tra i Paesi produttori che hanno conservato meglio il proprio valore. I valori del sottoindice italiano Liv-ex Fine Wine 1000, che monitora le performance delle dieci etichette nostrane più iconiche tra cui cinque Super Tuscan, da gennaio sono diminuiti del 3,4%, ma negli ultimi 365 giorni sono invece cresciuti dello 0,3%, dato che arriva al 16,3% se si considera gli ultimi due anni e sale addirittura a 43% negli ultimi cinque.
“L’Italia negli ultimi quindici anni è cresciuta veramente moltissimo nel mercato mondiale dei Fine Wine”, spiega Gabriele Gorelli MW, brand ambassador di Oeno Group per l’Italia. “Le performance dei suoi vini sono state straordinarie, trainate non solo dalla Toscana, ma da un Piemonte sempre più apprezzato grazie al Barolo, al Veneto e ai territori emergenti, le cosiddette rising star, come l’Etna e la Campania. Sono proprio questi, meno conosciuti all’estero come patria di Fine Wine, che potranno dare nuove prospettive internazionali ai nostri straordinari vini di pregio e sui quali come Oeno Group stiamo investendo”, conclude.