(Adnkronos) – “Nella realtà dei fatti il nostro rientro in ufficio risale al 18 maggio 2020. Abbiamo formalizzato un protocollo Covid-19 per supportare le persone nel rientro fisicamente in ufficio e sul territorio in tutta Italia. Lundbeck Italia è una affiliata commerciale del gruppo multinazionale danese, specializzata nella cura dei disturbi del sistema nervoso, da oltre 70 anni si dedica instancabilmente alla salute del cervello, affinché ogni persona possa essere al proprio meglio. I nostri collaboratori sono quindi distribuiti sulla sede di Milano che possiamo quindi chiamare ufficio con un organico di 35 persone, il restante personale di field pari a 95 unità, si trovano su tutto il territorio”. Così, in un’intervista all’Adnkronos/Labitalia Raffaella Maderna people&communication director Lundbeck Italia spa.
“Abbiamo avviato – spiega – un rientro graduale, che comunque rispettasse tutte le normative di sicurezza e garantisse la serenità lavorativa delle persone: flessibilità lavorativa coordinata con il responsabile (utilizzo quindi della possibilità di lavorare in modalità smart a secondo delle attività da gestire), capienza di postazioni che solo ora sono al 100% ma tra il 2020 ed il 2021 siamo passati, a seconda delle fasi, dal 35% al 50% e poi al 70%. Tanta formazione sull’utilizzo dei dispositivi di sicurezza, igienizzazione degli spazi, distanziamento, capienza limitata degli spazi comuni”.
“Per gli informatori scientifici del farmaco e per il personale di field (market access, medica) gestione delle attività con organizzazione incontri solo su appuntamento e possibilità di gestire visite da remoto attraverso i tool digitali per cui abbiamo fatto formazione durante il lockdown, costante igienizzazione della macchina, utilizzo obbligatorio da sempre della mascherina FFP2. Per tutti copertura sanitaria per malattia Covid (in caso di ospedalizzazione, per fortuna – possiamo dire – mai utilizzata), campagne dedicate per tamponi di screening mensili a rimborso aziendale”.
“Dopo il Covid – sostiene – per favorire il team building al momento di un rientro massivo in ufficio abbiamo cominciato ad avviare un programma di well-being per le nostre persone durante i mesi di lockdown: persone abituate ad avere una vita lavorativa basata sulle relazioni interpersonali, incontri con più interlocutori, spostamenti frequenti, congressi, riunioni nazionali ed internazionali si sono ritrovate improvvisamente da avere una giornata concentrata sui contatti interpersonali ad essere ‘chiusi’ in uno spazio delimitato durante le tantissime occasioni di call che abbiamo organizzato con tutti i collaboratori abbiamo sentito il peso della solitudine, della paura di convivere con questa malattia, della paura di essere contagiati, della paura per sé e per la famiglia, la frustrazione dell’attesa, tante emozioni”.
“Per questo – spiega – abbiamo pensato che dovevamo passare dal ‘preoccuparci’ dei nostri collaboratori ad ‘occuparci’ di loro a 360° includendo anche la parte più emozionale. Abbiamo lanciato una piattaforma chiamata Well-being, Being-well dove abbiamo parlato e abbiamo creato pillole audio, organizzato webinar su nutrizione, mindfulness, gestione delle emozioni, salute mentale. E nel momento del rientro (maggio 2020) abbiamo organizzato dei focus group con una pool di psicologi per raccogliere feedback, suggerimenti e organizzare al meglio un rientro in sicurezza”.
“Attività – avverte – mai terminata perché proprio in questi mesi abbiamo lanciato di nuovo una survey e altri focus gruppi per sottogruppi differenziati in età, genere, ruolo aziendale per comprendere come proseguire sulla pianificazione di attività di welfare e well-being”.
“Con una punta di orgoglio – rimarca Raffaella Maderna – posso dire che Lundbeck Italia nel 2017 è stata da apripista nel formalizzare un piano di welfare che prevedesse l’erogazione di un premio, aumentato da 1000 euro agli attuali 1600 euro per il 2023, di servizi al 100% destinati al welfare. La nostra filosofia aziendale, grazie alla sensibilità delle nostre origini danesi, ci incoraggia ad andare in questa direzione”.
“Servizi su misura sulla persona e sulla propria famiglia – sottolinea – questi sicuramente sono le iniziative maggiormente gradite, che permettono la possibilità di rimborsi spese scolastiche, campus, attività ricreative per i figli, mensa, rimborsi per baby-sitter o badanti. Importante anche la copertura sanitaria, abbiamo integrato il fondo di categoria, che Lundbeck copre per il nucleo famigliare, con una assicurazione sanitaria integrativa totale per il collaboratore”.
“Nel triennio – spiega – abbiamo erogato corsi di guida sicura per tutti i collaboratori con autovettura aziendale, per tutelare la sicurezza sulla strada. Gestione ottimale del tempo per le persone in sede con Miss Salvatempo (disbrigo attività amministrative- posta, tintoria) e Mr Zero Tensione (servizio appena lanciato di massofisioterapia per il benessere posturale). Iniziativa lanciata l’anno scorso molto apprezzata: un giorno di ferie in più in concomitanza del giorno del compleanno”.
“Lundbeck Italia – assicura – è una azienda rosa. Il 57% del nostro organico è femminile. Se teniamo conto che la maggioranza dei ruoli è coperto dagli informatori scientifici del farmaco, che per legge devono essere in possesso di una laurea scientifica per poter esercitare l’attività, possiamo dire di essere ad un ottimo livello. E nonostante sia un lavoro che richiede sempre flessibilità e spostamenti sul territorio, possiamo serenamente affermare che le donne riescono a gestirlo in modo efficace ed efficiente, grazie alla flessibilità, alla responsabilità con cui possono organizzarsi il lavoro con una certa autonomia”. “A livello manageriale nel nostro team direzionale – ricorda – siamo 6 donne e 1 uomo. Il nostro amministratore delegato è donna ed è stata nominata a 39 anni. Siamo incoraggiate, siamo stimolate a fare il nostro meglio, sappiamo che siamo valutate per le nostre competenze e non per altro. Non ho mai vissuto momenti difficili, di cui ahimè ci sono tristi esempi in altri contesti. Per questo motivo continuiamo a sensibilizzare la ‘cultura della bellezza’ dove le donne si possano sentire al meglio: collaboriamo con Fondazione Libellula, che ci fa ragionare sul tema della differenza di genere, la violenza può essere anche solo nel linguaggio, non solo fisica”.
“Partecipiamo – sottolinea – a network internazionali, ad esempio con Hba, associazione dedicata alla sensibilizzazione delle donne in azienda. Dalla nostra casa madre, che ha un dipartimento di Diversity & inclusion, sta erogando continui momenti formativi sul tema degli ‘unconscios bias’ e sensibilizzazione sui manager riguardo a queste tematiche”.
“In Lundbeck Italia – assicura Raffaella Maderna – non abbiamo registrato un incremento di dimissioni. Ma il tema è di attualità, la pandemia nella sua tragicità ha portato le persone a riflettere sulle reali esigenze e bisogni. Il lavoro non più al centro della nostra esistenza”. “Le persone in generale e le nuove generazioni in particolare – spiega – chiedono altro e le aziende devono rispondere con azioni concrete: noi stiamo lavorando in tal senso lavorando sulla cultura aziendale, sulla sostenibilità, ambientale e sociale, sulla cura delle persone nei nostri programmi di welfare e well-being e sappiamo quanto siano diverse le modalità di comunicazione delle nuove generazioni e per questo abbiamo fatto anche dei workshop proprio per allenare la collaborazione tra individui appartenenti a fasce età cosi distanti e che oggi si trovano a lavorare insieme. Ascoltiamo le persone perché le abbiamo sempre al centro della nostra attenzione”.
“Per creare un ambiente – fa notare – che stimoli la creatività e l’iniziativa dei dipendenti bisogna ascoltarli sempre, coinvolgerli nelle diverse iniziative, progettualità ed attività che portiamo avanti. La nostra organizzazione basa molto la modalità lavorativa sulla creazione di team cross funzionali. Al centro c’è il progetto che stiamo seguendo e si creano dei gruppi di lavoro multi funzione, ciascuno dei quali porta la propria competenza, visione ed esperienza. Lo scambio favorisce stimoli e nuove idee. La dimensione di Lundbeck facilità l’agilità, la flessibilità nel prendere decisioni. Tutti sono quindi coinvolti nei processi decisionali, indipendentemente dalla età anagrafica e ruolo aziendale”.
“L’obiettivo di sviluppo sostenibile numero 3 dell’Onu, salute e benessere – rimarca – è prioritario per Lundbeck e in linea con il nostro impegno quotidiano. Sia per l’impatto ambientale con specifici obiettivi di riduzioni di emissioni di CO2, impianti produttivi chimica green e l’impegno instancabile di preservare la salute mentale, in ogni luogo e in ogni momento: un impegno attivo in tanti progetti di sensibilizzazione in tal senso significa inoltre favorire una cultura aziendale inclusiva”.
“I nostri collaboratori – afferma – ne sono a conoscenza e sono orgogliosi di appartenere ad una azienda che promuove una cultura aziendale basata su valori di eticità, integrità e responsabilità sociale. Questo ci aiuta a definire meglio il nostro posizionamento aziendale sia verso l’interno, motivando ed ingaggiando le persone, sia verso l’esterno per garantire, insieme alla filosofia gestionale di people care, un livello di employer branding che rende Lundbeck unica”.
“Aiuta – ammette – avere la responsabilità nel mio ruolo aziendale, sia della parte hr (che da noi si chiama ‘people’ focus sulla persona) che di comunicazione, interna ed esterna. La coerenza tra ciò che viene comunicato internamente ed esternamente è totale. Fa la differenza, ci contraddistingue ed aiuta a mantenere maggiore uniformità nei messaggi comunicazionali con i nostri differenti target, che sono per ovvi motivi sono basati su credibilità scientifica (lavoriamo in sinergia con la funzione della medica) assorbendo tutte le modalità del marketing in una ottica di customer journey che pone al centro il cliente, che per noi è la persona”.
“Abbiamo lavorato tantissimo – assicura – per aggiornare e ridefinire competenze professionali in un’ottica di reskilling e upskilling. Abbiamo lanciato – spiega – programmi di formazione, in particolar modo nell’ambito sales, che ci aiutassero ad aggiornare i profili degli informatori scientifici del farmaco con il contesto esterno completamente mutato. Abbiamo avviato un programma chiamato ‘Open your mind’ con l’obiettivo di rafforzare digital mindset, skill digitali, con un passaggio da comunicazione multicanale a omnicanale, enfatizzando la vendita emozionale, grazie all’utilizzo di tecniche di narrazione di storytelling basate su un customer journey maggiormente definito”.
“Nell’ambito della formazione – sottolinea Raffaella Maderna – io dico sempre non bisogna mai smettere di imparare, chi si ferma è perduto”.