(Adnkronos) – ”Lei si può definire antifascista?”, chiede Bruno Vespa. ”Dipende da che significato si dà alla parola antifascista”, replica il presidente del Senato Ignazio La Russa, ospite di ‘Cinque minuti’ su Rai Uno, che spiega: ”C’erano antifascisti bianchi, rossi. C’è stato anche l’antifascismo militante degli anni ’70 che ho conosciuto molto bene. Se come antifascista si intende il no deciso alla dittatura e al nostalgismo, allora sì…”. ”I conti con il fascismo li abbiamo fatti a Fiuggi, non c’è bisogno che lo rispolveriamo come una novità…” aggiunge. ”La Resistenza è nata sicuramente lì, poi il lavoro dei partigiani è giustamente riconosciuto e noi a Fiuggi, diversi anni fa, tanti anni fa, lo abbiamo detto chiaramente” ha detto il presidente del Senato alla luce delle parole del capo dello Stato sul 25 aprile, che ha citato Piero Calamandrei sulla Resistenza. “I conti li abbiamo fatti con quello, l’abbiamo ripetuto. Non c’è bisogno che lo rispolveriamo come una novità. Da questo punto di vista ha ragione sicuramente Mattarella. Poi c’è da dire che non bisogna dimenticare il peso che ebbero gli Alleati nel ritorno in Italia della libertà e della democrazia”.
“Credo che basterebbe tornare ai primi anni della vita della Costituzione” per una pacificazione. Ma “credo che dopo, anziché unire, qualcuno abbia sempre avuto la tentazione di usare l’antifascismo più per fini strumentali che per giustificata memoria di quello che fu”.
“Credo che non vi possa essere dubbio che senza la caduta del fascismo la Costituzione non sarebbe mai nata. La Costituzione nasce proprio dalla sconfitta della dittatura. Quindi, in questo senso, benché la parola antifascista non sia presente tecnicamente nella Carta, i valori in positivo della Resistenza e della lotta al fascismo sono nella prima parte della Costituzione” sottolinea.
Interviene, poi, sulla questione Ucraina, dicendo che difenderla “è un modo chiaro per riaffermare il nostro sì alla libertà, all’indipendenza e alla democrazia”. “C’è qualcuno che oggi attenta non solo all’integrità territoriale dell’Ucraina ma alla libertà e indipendenza di un popolo, di uno Stato a due passi da casa nostra. Credo che su questo dovremmo essere uniti. L’Italia oggi, non solo nel governo, ma largamente e con qualche eccezione sparuta per fortuna, si riconosce nella necessità di difendere la libertà, la democrazia e l’indipendenza dell’Ucraina, che è anche un modo per ricordare che dobbiamo essere pronti a dare anche la vita per la nostra libertà, democrazia e indipendenza” conclude.