(Adnkronos) – L’Intelligenza Artificiale è arrivata sul tavolo del G20 a New Delhi “e nel suo discorso al termine del summit il nostro presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha dimostrato di avere una visione ampia. Anzi, direi che Meloni ha realizzato di fatto un passo avanti strategico” nella direzione di una governance dell’Ia in un’ottica più globale. A dare sostegno alla strada tracciata dalla Premier al summit in India è la professoressa Barbara Caputo del Politecnico di Torino, Referente del Rettore per le iniziative sull’IA ed a capo del Centro di Eccellenza del PoliTo sull’Intelligenza Artificiale. La geopolitica delle nuove intelligenze artificiali, specialmente quella generativa, osserva Caputo conversando con l’Adnkronos, “è la chiave della transizione digitale” e che “la presidente Meloni abbia assicurato di voler mettere il tema al centro del prossimo G7 a presidenza italiana” dimostra “visione, maturità e competenza” sulla direzione che sta si intraprendendo nel nostro Paese su questa tecnologia “veramente dirompente”. Barbara Caputo, tra i maggiori esperti di Intelligenza Artificiale italiani, confessa che nel leggere le dichiarazioni di Meloni nel suo discorso conclusivo ha provato “grande orgoglio”. “Non è mai capitato che un presidente del Consiglio italiano dedicasse tempo e pensieri – anche molto profondi – al tema dell’Intelligenza Artificiale. Meloni con le sue parole ha di fatto compiuto un passo avanti importante, strategico. E la decisione di mettere l’Ia al centro del G7 a presidenza italiana è veramente un inedito: non è mai successo”. E questo, osserva la Co-fondatrice dell’ European Laboratory for Learning and Intelligent Systems Society, “è un sintomo di maturità e di attenzione all’IA. Ne sono molto contenta come cittadina italiana perché il XXI secolo è il secolo dell’Intelligenza Artificiale ed è al centro della transizione digitale”.
Caputo ritiene che se l’IA è stata uno dei capitoli più dibattuti al G20 di News Delhi è perché “l’Intelligenza Artificiale non è una moda del momento” e va gestita la geopolitica delle nuove tecnologie dirompenti “anche con accordi internazionali”. Del reto, ricorda, “l’anno scorso parlavamo di Metaverso, ma l’IA non è una moda del momento perché tutto sta diventando digitale” ed “i dati digitali sono in ogni aspetto della nostra economia”. Oggi, indica Barbara Caputo, “chi fa la pizza la vende attraverso dati di piattaforme come Glovo e da qui decide quanti ordini dovrà coprire, come sarà l’andamento del mercato prossimo futuro e, quindi, quanta mozzarella comprare e se c’è un incremento rispetto al Natale”. L’IA è approdata ormai “nelle piccole imprese che sanno dall’Intelligenza Artificiale se fa freddo e quale sarà il trend da seguire. I commercianti, i pizzaioli sanno quanta pizza fare, quanti prodotti comprare da analisi dei dati: e le analisi dati le fanno le IA” taglia corto l’esperta italiana menzionata tra le Inspiring Fifty 2018, l’iniziativa europea sulla diversity nel mondo tech, oltre che tra le cento donne contro gli stereotipi della Fondazione Bracco.
Barbara Caputo mette poi sul tavolo il ‘grande tema’ legato all’IA. “L’Intelligenza Artificiale – dice – si basa sui dati prodotti sul web e di questi dati dobbiamo tutelarne la proprietà” di chi li ‘produce’. “Come giustamente il nostro presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha ricordato al termine del G20, in questo momento è come se avessimo messo fuori 10 miliardi di automobili, dunque bisogna che ci si metta d’accordo a livello mondiale sui segnali stradali”. “Sicuramente -argomenta ancora – è maturata la consapevolezza che bisogna sedersi e mettersi d’accordo sui temi legati all’Ia, all’etica, alla proprietà del dato perché abbiamo una tecnologia fortemente impattante su lavoro, sulla vita, sulla società”. Inoltre, aggiunge, “non è possibile che si crei materiale video, testuale o altro senza che si dica che quel materiale è stato creato con l’IA”. “Noi abbiamo diritto di sapere – incalza l’esperta – se parliamo con un operatore umano o con un robot, così abbiamo diritto di sapere se la foto pubblicata è fatta da un umano o da un algoritmo e che se prendo un farmaco e sono allergica mi parla un medico o un sistema di Ia”.
Il regolamento europeo sulla privacy Gdpr, prosegue inoltre Barbara Caputo, “avverte che i dati sono nostri, quindi noi dobbiamo sapere che possiamo chiedere alle grandi company del web di non usare mai più un nostro like messo sotto una foto 13 anni fa. Il tema del dato è centrale e più grave rispetto allo sviluppo dei sistemi di Ia”. L’Ia generativa, sottolinea, “si basa sui dati del web” quindi “bisogna che i governi inizino a ragionare su che modello di società vogliamo. Ricordiamoci che la proprietà intellettuale – estensione di proprietà privata – è alla base della società occidentale, è uno dei capisaldi della nostra società”. E allora, avverte, “attenzione a lasciar correre questo tema. La proprietà intellettuale è uno dei capisaldi della nostra architettura della società”. L’esperta italiana apre infine il tema degli aspetti “altamente energivori” dell’IA. “Emette grandissime quantità di CO2”, e “anche questi temi vanno trattati” scandisce. (di Andreana d’Aquino)