(Adnkronos) – (dall’inviata Silvia Mancinelli) – La cassettiera comprata appena sposati, il materasso e i cuscini bianchi del divano. Le piante, i documenti, la cucina fatta su misura. Le foto, i libri, il pallone che un gruppo di ragazzini prova a far rimbalzare sul fiume di fango. E poi le bici, i vestiti, un phon, un tavolino. È un inventario infinito di oggetti ormai mangiati dal fango quello che viene passato in rassegna dagli sfollati dal maltempo che ha inghiottito Cesena. Qualcuno ha appeso un Tricolore, infangato pure quello. Nelle vie a ridosso del Savio la gente spala melma con un occhio al cielo. Intanto invoca l’esercito. “Sarebbe dovuto esser qui ieri mattina”, dice un uomo all’Adnkronos – e maledice l’inerzia di chi avrebbe avuto il dovere e il potere di scongiurare una tragedia simile.
Come Giuseppe Boccia, titolare della ‘Multiservizi Led’ dove l’acqua ha ricoperto l’intero piano seminterrato e che all’Adnkronos spiega: “Ci siamo allagati per colpa dell’incuria, perché il fiume non è stato pulito e ha esondato. Adesso non so cosa faremo, mai mi sarei aspettato una cosa del genere”. “Lo Stato ci aiuti – dice un anziano la cui casa, in via ex tiro a segno – è completamente inagibile – L’inquilina dell’appartamento accanto al mio mi sta ospitando, ma l’acqua ha raggiunto i due metri di altezza. Non ho più nulla, il fango ha superato porte e finestre infilandosi ovunque, perfino nel freezer”.