(Adnkronos) – La campionessa dello short track azzurra Arianna Fontana non parteciperà alle prime gare di Coppa del mondo, in Canada, vuole chiarezza dopo le sue accuse ai compagni che, secondo lei, in allenamento cercarono di farla cadere. “Sono una donna di parola quindi oggi non parto per Montreal, non sono in aeroporto né già sull’aereo diretta in Canada per la prima Coppa del Mondo della stagione… Come dico da un po’ di tempo, non gareggerò finché questa situazione non sarà risolta e e questo non inizierà finché l’indagine non sarà chiusa”. Lo scrive su Facebook Arianna Fontana, tornando ancora una volta sul braccio di ferro con la Federghiaccio. “Non scendere in pista il prossimo fine settimana mi rattrista molto perché so che avrei rappresentato bene l’Italia grazie al lavoro svolto. A tutti voi tifosi, non vi nascondo che mi mancano davvero le emozioni che provo quando sono sul ghiaccio e quelle che mi trasmettete… non sapete quanto! Ora, però posso solo aspettare che questa situazione faccia il suo corso, che potrebbe avvenire tra 2 giorni o 2 anni Ma come molti di voi mi hanno detto e scritto in questi mesi, tutto ritorna, e la verità verrà fuori”.
Pronta la risposta della Federazione alla campionessa azzurra. “E’ tutto in mano ai giudici, c’è una procedura della giustizia sportiva che sta facendo il suo iter, al termine del quale il procuratore deciderà se il caso andrà archiviato o mandato ai giudici e poi partirà un altro iter con dei giudici che faranno una nuova istruttoria e andranno alla decisione. Il percorso è ancora molto lungo. Se sono preoccupato? No, io sono serenissimo, la giustizia farà il suo iter e deciderà. E’ una scelta personale dell’atleta non andare a Montreal. Presumo che continuerà ad allenarsi”, ha spiegato Andrea Gios presidente della Federazione italiana Sport del Ghiaccio all’Adnkronos, sull’ultimo episodio della querelle con Arianna Fontana l’atleta più medagliata nella storia dei Giochi Olimpici Invernali in casa azzurra, che in un post sui social ha annunciato di andare a Montreal in Canada per la prima Coppa del Mondo della stagione di short track. La vicenda si trascina da anni, da quando Arianna Fontana ha deciso di denunciare i presunti episodi accaduti nel corso degli allenamenti della nazionale.
“C’è un iter che è dettato dalla giustizia sportiva e che prevede ancora parecchi passaggi. E’ stata fatta un’indagine da parte del procuratore federale insieme alla procura del Coni, quando avranno terminato l’iter decideranno se archiviare o rinviare a giudizio, poi prenderà le carte in mano un collegio giudicante composto da tre giudici che analizzeranno tutto, interrogheranno le persone e andranno a giudizio, che sarà poi appellabile”, ha spiegato Gios. Il numero uno della Fisg ha sottolineato che per Montreal come per altre gare “Arianna ha una wild card che diamo noi come federazione ad atleti di grande rilievo, come è lei. Per cui ha la possibilità di esser aggregata alla squadra di Coppa del Mondo in qualsiasi momento lo ritenga opportuno. Ce l’hai lei come la Lollobrigida o Sighel, gli atleti che hanno avuto certi risultati hanno la wild card per essere ammessi di diritto senza fare dei trials. Sono due cose separate, succede per tutti gli atleti che hanno vinto medaglie alle olimpiadi o hanno avuto risultati importanti, hanno wild card così possono allenarsi. C’è sempre stato, Arianna ha sempre avuto una wild card”.
Probabilmente la Fontana vorrebbe attendere la chiusura dell’indagine. “E’ liberissima di fare le scelte che vuole. Lei sostiene che è stata danneggiata da due atleti negli allenamenti nel 2018 e dice finché la giustizia non avrà punito questi atleti non tornerà a pattinare, ma la giustizia deve fare delle analisi, ci sarà poi un processo. E’ una scelta di Arianna. La dobbiamo rispettare. Dispiaciuto? A me dispiace sempre quando un atleta non gareggia, mi dispiace ma al tempo stesso devo rispettare questa scelta e non posso interferire con la giustizia sportiva, è al di fuori dal controllo della federazione, ma è un iter molto lungo”, ha ribadito Gios. “Non è che una volta che la Procura avrà deciso sarà terminato tutto, terminerebbe solo se la procura decidesse di archiviare. Se invece decide di rinviare a giudizio questi due atleti, non è terminato, ci sono poi altri due gradi di giudizio, uno del collegio federale composto da tre giudici, poi appellabile presso la Corte di Appello del Coni. L’iter è abbastanza lungo e mi lascia perplesso perché il primo grado di giudizio potrebbe arrivare tra mesi, ma penso che Arianna lo sappia”, ha concluso il presidente della Federghiaccio.