(Adnkronos) – “E’ certamente un po’ contraddittorio” per il farmacologo Silvio Garattini il responso dell’Organizzazione mondiale della sanità sull’aspartame, che da un lato viene classificato dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro Iarc come possibile cancerogeno per l’uomo (gruppo 2B) e dall’altro confermato sicuro dal comitato Fao-Oms Jecfa alla dose giornaliera massima di 40 milligrammi per chilogrammo di peso corporeo. “Già di per sé l’uso del ‘possibile’ è molto equivoco e lascia incertezza”, commenta all’Adnkronos Salute il fondatore e presidente dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri Irccs. Lo scienziato auspica “ulteriori ricerche per chiarire definitivamente” gli effetti del dolcificante sulla salute umana e nel frattempo consiglia ai consumatori di “usarne il meno possibile”. Ma per permettere ai cittadini scelte più consapevoli, propone Garattini, “in etichetta andrebbe richiesto di indicare l’aspartame con il suo nome” invece che con una sigla.
Il farmacologo non nasconde “il dubbio che, siccome c’è un mercato globale da 12 miliardi di euro, non si voglia toccare più di tanto. Viene quasi da pensarlo”, sottolinea. “E’ certo che questa situazione è equivoca – ripete – e richiede ulteriori ricerche. Oltre che dire ‘è possibile che sia cancerogeno’, bisognerebbe insistere sul fatto che sono necessari altri studi per arrivare a una conclusione definitiva, perché se non facciamo ricerche in questo senso ci ritroveremo sempre a dire che è ‘possibile’ e quindi incerto”.
Intanto “bisogna dire ai consumatori di stare attenti – raccomanda Garattini – e di controllare bene l’etichetta” di alimenti e bevande. “Bisognerebbe anche informare sulla sigla che designa l’aspartame”, ossia E951. “Rendiamola nota alla gente – esorta lo scienziato – In etichetta andrebbe richiesto di mettere ‘aspartame’, e comunque bisogna sapere che questa sostanza corrisponde a quella sigla e fare attenzione a ciò che si acquista”.