(Adnkronos) – “Quella dell’autonomia è una partita parallela ma distinta dalle riforme relative alla forma di governo”. Lo dice all’Adnkronos Nazario Pagano, esponente di Forza Italia e presidente della Commissione Affari costituzionali della Camera, che non nasconde i dubbi sul disegno di legge sull’autonomia caro alla Lega di Matteo Salvini.
“La riforma dell’autonomia – spiega – è il seguito della riforma del titolo V della Carta, ma bisogna capire quali sono i margini di intervento. Sull’autonomia differenziata, non bisogna negarlo, ci sono sensibilità diverse: anche in Fi c’è diversità di opinione, più di qualcuno che ritiene che questa riforma possa essere penalizzante per il Sud. E c’è qualche malcontento anche nel resto della maggioranza su questo tema, non solo in Fi”, ammette l’esponente azzurro: “Nel mio partito molti vivono con preoccupazione questo passaggio. Bisogna capire dove si va, anche ipotizzando modifiche all’impianto iniziale della riforma”, suggerisce Pagano.
RIFORME – Il governo e la maggioranza di centrodestra rilanciano sulle riforme istituzionali. Martedì la premier Giorgia Meloni avvierà il confronto con le opposizioni per individuare un percorso il più possibile condiviso verso un obiettivo considerato prioritario dalla coalizione guidata dalla leader di Fdi: riformare la Costituzione per dare maggiore stabilità ai governi del Paese.
“Credo sia opportuno indovinare il metodo con cui una proposta di riforma si farà. Sul metodo escluderei l’ipotesi di assemblee costituenti e anche di una bicamerale costituzionale, perché entrambe le soluzioni farebbero slittare troppo in avanti l’eventuale proposta di riforma”, commenta Pagano, interpellato dall’Adnkronos, in vista del confronto tra Meloni e i partiti di minoranza. “Per una bicamerale – spiega – ci vorrebbero 4 letture, dunque se ne andrebbero via 2 anni solo per mettere in piedi la commissione. Per quanto concerne il metodo, la strada giusta è utilizzare il Parlamento con le commissioni che già esistono e che possono svolgere egregiamente il loro compito. In questo modo si ridurrebbero drasticamente i tempi”.
“La premier Meloni ha assunto su di sé l’onere di un confronto con le opposizioni e secondo me fa bene ad aprire un tavolo, è questa la strada giusta”, sottolinea il parlamentare di Fi, che entrando nel merito della possibile riforma ritiene si debbano “prevedere necessariamente più opzioni possibili. Se si affronta un confronto con le opposizioni vuol dire che si vuole giustamente cercare un punto d’incontro”. Presidenzialismo, premierato o cancellierato? Qual è la soluzione più percorribile? “Credo ci sia la possibilità di trovare un punto di incontro con le opposizioni almeno sulle regole del gioco. Fi – prosegue Pagano – ha sempre creduto nello strumento dell’elezione diretta: crediamo sia necessario che ciò avvenga anche per il presidente del Consiglio. Chi governa un Paese deve essere votato direttamente dagli italiani. Uniformarsi a ciò che già avviene per le elezioni locali è un dovere”.