(Adnkronos) – Premette che preferirebbe “che si parlasse di altro, perché ritengo ci siano questioni molto più importanti di quel che avrei fatto o farei nel mio tinello”, poi, con la consueta pacata chiarezza, scandisce: “Le mie opinioni sono pubbliche, e chi non le condivide si può misurare su quelle. Il mio privato è, appunto, affar mio”. Così Francesco Borgonovo, giornalista e vicedirettore de ‘La Verità’, risponde all’Adnkronos intervenendo sul caso social che in queste ore lo ha -suo malgrado- coinvolto, scatenando indignazione e centinaia di commenti.
La vicenda è nata da un tweet dello scrittore Massimiliano Parente che, su Twitter, ha tirato in ballo, senza apparenti motivi pregressi, Borgonovo. “Voglio raccontarvi una storiella. Si intitola ‘Salvate il soldato Borgonovo’ -ha scritto Parente- Inizia quindici anni fa circa, quando collaboravo con Libero. Tra i redattori della cultura c’era Francesco Borgonovo. Diventammo amici, uscivamo a bere, finché non mi confidò la sua omosessualità, e anche la felicità trovata con un compagno”. Il tweet non si ferma a questo, ma attacca il cronista per le sue idee: “(…) Poi passò a La Verità, e nel tempo ha sposato ogni tesi antiscientifica, antioccidentale, filoputiniana, no vax, contro le famiglie gay, contro ogni liberalismo individuale”, scrive Parente. Un ‘outing’ improvviso e non richiesto, che potrebbe peraltro configurare gli estremi del reato di diffamazione, esistendo già almeno un precedente in cui è intervenuta la Corte di Cassazione (sentenza 24 luglio 2012 n. 30369, che stabilì che “nello svelare l’omosessualità altrui su di un giornale si risponde di diffamazione”).
Il tweet ha sorpreso gli utenti, scatenando un effluvio mediatico di commenti da cui traspare nella stragrande maggioranza dei casi solidarietà, indignazione e rabbia. Tra questi anche quello del presidente del Senato Ignazio La Russa: “Mi interessa zero il tentativo squallido di colpire Francesco Borgonovo che non deve rendere conto a nessuno della sua vita -ha infatti scritto su Twitter La Russa- A lui il mio fraterno abbraccio e la mia sincera stima”. Un’indignazione che il giornalista però non cavalca, mostrandosi molto fermo e sereno: “Le mie opinioni, in ogni caso, restano sempre le stesse, non vedo perché dovrebbero cambiare o venire inficiate. E non sono né razziste né naziste né omofobe: chiunque si prenda il disturbo di esaminarle può facilmente constatarlo. Questo è quanto”, chiosa all’Adnkronos Borgonovo.