(Adnkronos) – “In Lombardia i bambini ricevono all’età di due mesi il vaccino per il meningococco B, che è uno dei due ceppi circolanti in Europa e in Italia in particolare, e con tre dosi abbiamo una copertura del 95%. Dopo l’anno di vita viene offerto il vaccino per il meningococco C, l’altro ceppo circolante, con una copertura del 94- 95%”. Così Catia Rosanna Borriello, responsabile della Struttura malattie infettive, vaccinazioni e performance di prevenzione della direzione generale Welfare della Regione Lombardia, in occasione dell’incontro “Pre-Occupiamoci della meningite: agire oggi per proteggere il domani. Storie che aiutano a scegliere”, aperto al pubblico, oggi a Milano presso la Sala Medicinema dell’Ospedale Niguarda di Milano e promosso da Adnkronos Comunicazione, con il supporto non condizionante di Gsk.
“In adolescenza, più precisamente a 12 anni (invece che a 16, come accade nelle altre Regioni) – dettaglia Borriello – viene offerto il vaccino quadrivalente Acwy, che un tempo era chiamato ‘vaccino del viaggiatore’ perché protegge da ceppi circolanti soprattutto in Africa e negli Stati Uniti. I giovani di oggi però sono viaggiatori, vanno a studiare e fanno vacanze all’estero, per cui è stato introdotto un vaccino, alla portata di tutti e offerto gratuitamente, che proteggesse anche da ceppi meno diffusi in Europa”.
“L’impegno della Regione è molto alto – sottolinea – lavoriamo con costanza per promuovere attivamente la vaccinazione e per cercare di recuperare tutti i bambini e i ragazzi che, per qualunque motivo, non si sono presentati alla chiamata vaccinale. Se il bambino non si presenta al primo appuntamento vaccinale, seguono due solleciti tramite lettera e, successivamente, si contatta il pediatra del bambino per cercare di capire come mai abbia mancato l’appuntamento fissato per la somministrazione del vaccino e chiedendo al medico del piccolo di farsi promotore della vaccinazione. La meningite è una malattia estremamente rara ma nella sua rarità è estremamente grave – ricorda -. Quindi l’importanza della vaccinazione preventiva non è data tanto dal numero di casi, ma dalla gravità della malattia, che si dimostra purtroppo mortale in un numero non indifferenti di pazienti”.