(Adnkronos) – La fine della carriera da calciatore e le difficoltà nell’inserirsi nel mondo del lavoro, qualche investimento sbagliato in passato e una condizione economica non da nababbo, anzi. E poi l’incapacità di affrontare un disagio mentale vissuto nel silenzio e nell’isolamento. “Stiamo assistendo ad una vera ‘pandemia’ per la salute mentale di ex calciatori e per gli sportivi in generale, che colpisce loro in prima persona, ma anche le famiglie. Cerchiamo con Special Team Onlus di essere delle sentinelle e di andare a scovare i colleghi, perché spesso si chiudono in casa e non affrontano i disturbi psicologici e mentali che vivono. Per pudore e vergogna non parlano della loro condizioni, ma vanno aiutati. Questi sportivi hanno un grosso problema, quello che facciamo è andarli a prendere. Siamo un gruppo di calciatori che si è riunito intorno ad uno slogan: ‘se hai paura dello psicologo sei matto'”. Così all’Adnkronos Salute Beppe Dossena, ex giocatore del Torino e dirigente sportivo, che si occupa di promuovere l’associazione Special Team Onlus, a margine dell’evento a Roma al ministero della Salute per la Giornata mondiale della salute mentale.
“Abbiamo progetti per le scuole e per la cooperazione – ha spiegato – abbiamo anche altri sport che seguiamo. Noi crediamo che il rapporto intergenerazionale vada approfondito, siamo in grado di attivare sinergie importanti. Non possiamo fare distinzione tra grandi atleti e la popolazione generale, dobbiamo curare la salute mentale anche dei primi perché sono persone come gli altri”.