(Adnkronos) – In tanti Paesi le temperature elevate, anche sopra i 40 gradi, non destano nessun allarme, anzi sono la normalità. In Italia l’ondata di calore ha fatto scattare i bollettini con le relative indicazioni per le persone fragili. Ma è davvero sconvolgente pensare di vivere con il termometro che segna 40 gradi? “Quante altre estati dovremo attraversare prima di cominciare a convincerci del fatto che quello dell’innalzamento delle temperature potrebbe non essere affatto un episodico evento straordinario, ma semmai un processo irreversibile che di fatto è già iniziato? Ci sono realtà evolute – Dubai è tra queste – nelle quali, oramai da tempo, l’organizzazione della vita sociale nei mesi più caldi è stata pensata e complessivamente strutturata in maniera tale da minimizzare l’esposizione dei cittadini all’aria aperta, essendo fruibili tutti i servizi (trasporti inclusi) all’interno di un grande network interconnesso ed interamente climatizzato”. Lo sottolinea all’Adnkronos Salute l’immunologo Mauro Minelli, docente di Dietetica e nutrizione umana Università Lum di Bari.
“Da noi ancora no. Decisamente no – osserva – Le preannunciate ondate di gran caldo portano con sé, già nelle premesse, una lunga filiera di disagi a partire da quelli classicamente subiti da chi, dopo ore di lavoro in ambienti dotati di aria condizionata, affronta le temperature infuocate dell’auto lasciata nei parcheggi sotto il sole. Un rimedio, certamente tra i più efficaci per arginare le eventuali défaillances di un’estate rovente, viene intanto dalla tavola dove, ora più che mai, il modello mediterraneo dovrebbe farla da padrone senza per questo cedere al veganismo tout court. Che, tradotto nei fatti – spiega Minelli – vuol dire bere tanta acqua e consumare alimenti semplici come cereali integrali, frutta, verdura, legumi, frutta secca con moderazione, pesce per almeno 3 volte a settimana, uova tra 2 e 4 a settimana. Lo spazio per alimenti processati deve essere davvero risicato: niente (o quasi) prodotti pronti, confezionati, in scatola, pochi dolci, pochi alcolici e carni rosse e salumi ricchi in sale e conservanti”.
Secondo l’espeto “bisogna, prima di tutto, non perdere di vista la salute del nostro intestino, porta d’ingresso e transito verso l’interno dei principali micro e macro-nutrienti, come vitamine, sali minerali, proteine, carboidrati e lipidi. In realtà tutto questo non dovrebbe essere limitato ai soli mesi estivi, quando cioè le temperature aumentano. E’ mantenendo in equilibrio l’ecosistema intestinale, ossia l’insieme delle funzioni e delle interazioni tra la barriera mucosale, il sistema immunitario locale e la microflora intestinale – avverte Minelli – che si rimane in salute e si è capaci di affrontare senza cedimenti anche il caldo. D’altro canto – conclude – qualsiasi evento che intervenga ad alterare ognuna di queste componenti genera squilibrio con il conseguente instaurarsi di spiacevoli disturbi locali e sistemici”.