(Adnkronos) – “Ho appreso da Adnkronos del provvedimento del gip di Venezia di trasmissione degli atti a quella procura perché provveda all’iscrizione nel registro notizie di reato del pm Letizia Ruggeri per frode processuale in relazione alla conservazione dei 54 campioni residui di dna rinvenuti sugli indumenti indossati da Yara Gambirasio”. Lo riferisce il procuratore di Bergamo Antonio Chiappani che interviene così sull’ultima pronuncia conseguenti alle mosse difensive di Massimo Bossetti condannato on via definitiva all’ergastolo per l’omicidio della 13enne di Brembate.
“Resto francamente sorpreso che dopo 3 gradi di giudizio, dopo 7 rigetti dei giudici di Bergamo sia all’analisi che alla verifica dello stato di conservazione dei reparti e dei campioni residui di dna, dopo che nei tre gradi di giudizio era stata respinta la richiesta difensiva di una perizia sul Dna, dopo la definitività della sentenza sopravvenuta nell’ottobre 2018 che ha accertato la colpevolezza dell’autore dell’omicidio di Yara, e dopo che era passato più di un anno da tale definitività, si imputi ora al pm il depistaggio in relazione alla conservazione delle provette dei residui organici, rimasti regolarmente crioconservati in una cella frigorifera dell’istituto San Raffaele fino a novembre 2019, quindi oltre un anno dopo il passaggio in giudicato della sentenza della condanna, e solo successivamente confiscati come prevede il codice di procedura” evidenzia.
“Il provvedimento di Venezia arriva dopo che per altre due volte la corte d’Assise di Bergamo aveva negato ai difensori l’accesso a tali provette e dopo che la procura di Venezia aveva chiesto l’archiviazione della posizione del presidente della Corte d’Assise di Bergamo e di una cancelliera a seguito della denuncia per depistaggio” ricorda il procuratore Chiappani che si dice “fiducioso che in sede di indagini emergerà la correttezza dei comportamenti tenuti dalla collega”.