(Adnkronos) –
Ha già superato le 5mila firme la petizione per impedire la privatizzazione della strada delle Batterie, unica via di accesso ad un terzo del promontorio del Circeo, parte dell’omonimo parco naturale. Lanciata dall’associazione locale il Fortino il 25 agosto, la petizione “Affinché un terzo del Promontorio del Circeo non diventi un giardino privato” aveva già raccolto più di mille firme nelle prime 24 ore, a testimonianza di una questione molto sentita dall’opinione pubblica. Il comune di San Felice Circeo, risponde intanto che “la situazione risulta complessa e risalente agli anni ’50- ’60 e pertanto la disamina richiede l’acquisizione di documentazione non facilmente reperibile presso gli archivi comunali, la Conservatoria dei Registri Immobiliari e l’Agenzia del Territorio”.
Ex strada militare fin dall’800, la via delle Batterie è da sempre utilizzata da sanfeliciani e turisti da tutto il mondo. E’ l’unica via d’accesso a importanti beni culturali e paesaggistici: il Fortino napoleonico detto “la Batteria”, la Cava di Alabastro, il Riparo Blanc, Torre Moresca, Vasca Moresca, uno dei sentieri per il Picco di Circe, la grotta delle Anfore. Oltre ad essere uno dei pochi punti dove si può fare liberamente il bagno sulla scogliera.
Il Fortino è nato nel 1987 proprio per impedire la privatizzazione della strada. Allora l’associazione per la tutela del Circeo contestò con successo la vendita della strada da parte di uno degli eredi Aguet ad un consorzio di privati.
Nel 1988, il Catasto, si legge nel testo della petizione, “ripristinò nuovamente, con una semplice ‘variazione d’ufficio’, la strada tra i beni del Comune. Così è rimasta fino al 2022, quando il consorzio di privati, se ne appropriò nuovamente con ulteriore voltura. Ad inizio agosto 2023 i privati hanno installato un nuovo cancello, chiaro ed inequivocabile segnale di voler chiudere l’accesso”.
“Chiediamo pertanto, al Sindaco di San Felice Circeo, al Presidente della Regione Lazio e al Presidente del Parco Nazionale del Circeo di intervenire concretamente affinché un terzo del promontorio del Circeo (Parco Nazionale) non diventi un giardino privato”, scrive il Fortino, secondo il quale la strada “non è mai stata inclusa in alcuna proprietà privata a partire dal 1800, in quanto strada ad uso militare”. Un video su youtube riassume la vicenda, mostrando la documentazione raccolta.
Interpellato dall’Adnkronos, il Comune di San Felice ha risposto con una nota, parlando di una “situazione complessa” e spiegando di aver “richiesto all’Agenzia delle Entrate – Ufficio Provinciale Territorio la documentazione tecnica relativa alla costituzione della strada di via delle Batterie” e aver “ottenuto parte della documentazione recuperata presso gli archivi storici della stessa Agenzia”.
“L’Ente si sta quindi adoperando al fine di tutelare il pubblico interesse costituito dalla servitù di uso pubblico pedonale e carrabile della strada ‘via delle Batterie'”, si legge della nota, dove si ricorda che la strada è l’unica via d’accesso a proprietà demaniale e comunali, oltre che per la tutela della pubblica incolumità, ambientale e antincendio in un’area “di incommensurabile valore naturalistico”. Inoltre l’uso pubblico pedonale e carrabile, “è oramai consolidato da oltre quarant’anni”.
Quando “il Consorzio della batteria e della Vasca Moresca ha iniziato un intervento di manutenzione del cancello esistente” all’inizio della strada, il Comune ha agito “unicamente al fine di verificare la correttezza dell’intervento in corso” dato che coinvolgeva “una strada con la servitù di uso pubblico”, continua la nota, spiegando che si sta “cercando di approfondire una questione abbastanza complessa che perdura da oltre un anno e che coinvolge diversi Enti, tra cui la Prefettura di Latina che ha espressamente richiesto informazioni sulla questione stessa, e sulla quale si sta cercando di fare chiarezza in modo del tutto imparziale e trasparente”. “Il Comune – conclude la nota- in ogni caso proseguirà l’azione di tutela del pubblico interesse costituito dalla servitù suddetta, qualora venisse certifica la proprietà privata della strada”.