(Adnkronos) – Un faro acceso sulle comunità e sui territori con il ‘fiato sospeso’ per le prossime mosse della Bce e per i contenuti della nuova Manovra. Si è chiusa così, oggi a Firenze, a Palazzo Vecchio, la Quinta Edizione del Festival Nazionale dell’Economia Civile, “Oltre i limiti: l’impegno che (ci) trasforma” promosso da Federcasse (Associazione Nazionale delle Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali) e da Confcooperative. La kermesse è stata organizzata e progettata con NeXt (Nuova Economia per Tutti), con la collaborazione di Sec (Scuola di Economia Civile) e il contributo di Fondosviluppo, Assimoco, Ucid, Mus.e – Firenze, Federazione Toscana delle Bcc, Coopersystem e Assicoper. La 5ª edizione del Festival ha ricevuto la Medaglia del Presidente della Repubblica.
“La nostra felicità personale, sociale ed economica, è quella cosa che si decide mentre siamo con il fiato sospeso aspettando le mosse della Bce e della prossima legge finanziaria” sostiene Leonardo Becchetti, Direttore del Festival Nazionale dell’Economia Civile e co-fondatore NeXt – Nuova Economia per Tutti. Becchetti evidenzia che la quinta edizione del Festival dell’Economia Civile “ci aiuta ad approfondire i segreti che hanno determinato il successo o il fallimento delle comunità e dei territori del nostro paese: accesso universale a sanità ed istruzione, forza cooperativa che moltiplica le energie individuali, partecipazione, cittadinanza attiva”.
E la logica del festival, spiega, “è quella di unire i generativi, censire ed approfondire le caratteristiche delle buone pratiche di cui è pieno il Paese. Il consenso verso questo modo nuovo di vedere l’economia che punta a soddisfazione e ricchezza di senso di vita sta crescendo ed ha avuto, proprio in questi giorni, incoraggiamenti dal presidente Sergio Mattarella e da Papa Francesco che hanno espressamente parlato dell’economia civile come speranza e possibile risposta. Più di duecento professori hanno firmato al festival a Firenze un manifesto in favore di questa visione più larga dell’economia”. “Questa visione diversa ci aiuta ad individuare le risposte più promettenti alle crisi dei nostri tempi” indica inoltre Becchetti.
Nella cornice prestigiosa del Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio sono intervenuti, tra gli altri, Joseph Stiglitz, Premio Nobel per l’Economia 2001; Shirin Ebadi, avvocatessa iraniana e Premio Nobel per la Pace 2003; Kaushik Basu, ex capo consigliere economico del Governo dell’India e capo economico della Banca Mondiale dal 2012 al 2016; Maria Teresa Bellucci, Vice Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali; Elsa Maria Fornero, Economista e già Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali; Dario Nardella, Sindaco del Comune di Firenze; Andrea Bocelli, artista e tenore; Stefano Zamagni, presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali.
Secondo il direttore del Festival Nazionale dell’Economia Civile “accelerare la transizione ecologica in modo intelligente ne aumenta la sostenibilità sociale, la logica delle comunità energetiche e delle comunità di cura indica come la coprogrammazione tra settore pubblico, not for profit e imprese profit aumenta le nostre capacità di risposta ai problemi. Avere ben presente (e Firenze è il luogo giusto per farlo) quanto l’uomo di oggi sia essenzialmente un cercatore di senso e dunque come la cultura sia il settore di gran lunga più importante delle società del futuro anche in termini di produzione di valore economico. Economia civile vuol dire in sintesi una visione più larga e meno asfittica di persona, impresa, valore e politica economica per costruire una società dove il traguardo è la generatività che si realizza creando un valore economico che non avvilisce ma semina valori e non mette a rischio la sostenibilità e il nostro futuro sul pianeta”.
Augusto dell’Erba, presidente di Federcasse, parla di “un Festival che ci ha mostrato ancora una volta quanto nel nostro Paese vi sia già ‘tanta’ economia civile alla quale possiamo guardare con fiducia e speranza”. Qui a Firenze, ha proseguito il presidente della Federazione delle Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali, “abbiamo incontrato e apprezzato tanti giovani motivati, consapevoli delle emergenze e anche degli orizzonti che hanno di fronte e mi sembrano tutti decisi ad intervenire. Abbiamo anche conosciuto giovani sindaci che lavorano in silenzio per costruire comunità integralmente sostenibili, partecipate, davvero ispirate al bene comune”. “Questa freschezza e questa energia – osserva inoltre dell’Erba, “aiuteranno l’economia civile a diffondersi anche dal basso, posto che questi temi. Come banche cooperative di comunità continueremo con convinzione a sostenere questo momento essenziale di confronto e dibattito; e sui territori a lavorare per sostenere le comunità in chiave di inclusione e nella logica della mutualità bancaria”.
Assistiamo a un ampliamento delle diseguaglianze che, evidenzia Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative, “si traduce in povertà energetica, digitale, lavorativa, abitativa, formativa e sanitaria”. “Le cooperative – assicura – ci sono. Possono offrire risposta alla povertà energetica e allo sviluppo dei territori. Sono già protagoniste nel welfare dove sono sussidiarie allo Stato, ma possono dare di più nella riorganizzazione dell’assistenza primaria. Dobbiamo avere la forza di rendere concreti progetti che diano al Paese una visione di futuro”.
Molti i giovani che hanno partecipano al Festival e che hanno fatto una serie di proposte. Tema unificante: il potenziamento di tutti gli strumenti in grado di favorire una più concreta e fattiva partecipazione alla vita politica e sociale del Paese. In particolare, gli studenti chiedono di rafforzare la loro rappresentanza all’interno delle amministrazioni locali per co-progettare soluzioni sostenibili a favore dei territori. Al contempo chiedono percorsi formativi scolastici più concreti e attenti ad una educazione civica ed economica basata sui principi dell’economia civile.
Al centro del dibattito durante il Festival anche il “Manifesto per una Nuova Economia” firmato da 210 professori universitari italiani e stranieri. Partendo dal Manifesto, sono tre i punti fondamentali da sviluppare: inserire la sostenibilità e l’economia civile come materie trasversali in tutti i corsi di laurea; lo sviluppo di alleanze tra università, terzo settore e imprese a supporto delle comunità locali e, infine, avere a disposizione strumenti di valutazione della sostenibilità integrale per le università e i progetti realizzati”.