(Adnkronos) – La variante Pirola è stata isolata a Brescia dal team di Arnaldo Caruso, presidente della Società italiana di virologia, che lo annuncia all’Adnkronos Salute. L’isolamento di Pirola, precisa Caruso, è avvenuto dal campione di “un paziente fragile portato alla nostra attenzione. Il sequenziamento è in corso”. Ecco cosa ne pensano i maggiori esperti del nostro Paese.
La presenza della variante BA.2.86 o ‘Pirola’ anche in Italia, dice all’Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore di Malattie infettive all’ospedale Policlinico San Martino di Genova, “non è un elemento di preoccupazione, come non lo è stata nessuna altra variante isolata fino a oggi. Anche in Usa dove Pirola è dominate non mi pare ci sia stato un aumento della gravità dei casi, ma una curva che è salita e poi rapidamente scesa. E’ la storia delle varianti, l’abbiamo imparata: hanno un interesse scientifico quindi congratulazioni al collega di Brescia, Arnaldo Caruso, ma devono rimanere argomento di puro interesse scientifico e non diventare un tema di discussione al bar o nei talk show. Lasciamole agli scienziati, perché ogni volta che è apparsa una variante nuova c’è chi ha fatto allarmismo, ma oggi basta ‘al lupo al lupo’”.
“Finalmente la variante BA.2.86 o ‘Pirola’ è arrivata in Italia. L’isolamento a Brescia è importante, per questa variante che ha circa 33-34 mutazioni che comprendono anche la proteina N” di Sars-CoV-2. Così all’Adnkronos Salute Massimo Ciccozzi, responsabile dell’Unità di Statistica medica ed Epidemiologia della Facoltà di Medicina e Chirurgia del Campus Bio-Medico di Roma. “Una delle nostre preoccupazioni era che questa variante fosse in grado di ‘evitare’ i test antigenici. Ora, con l’isolmento a Brescia, avremo un vantaggio rispetto a questo fronte e anche su altre considerazioni”.
La variante Pirola in Italia è stata isolata a Brescia dal team di Arnaldo Caruso, presidente della Società italiana di virologia, “in un paziente immunocompromesso – aggiunge Ciccozzi – come era accaduto anche in altri Paesi. Quindi c’è l’ipotesi che questa variante possa portare a una infezione in questa tipologia di persone e poi rilanciarsi con altri cambiamenti”.
La variante BA.2.86 di Sars-CoV-2, Pirola sui social, “preoccupa perché ha una trentina, forse anche più, di mutazioni nella proteina Spike” che il coronavirus utilizza per ‘agganciare’ le cellule bersaglio. Così all’Adnkronos Salute Fabrizio Pregliasco, virologo dell’università Statale di Milano, commentando il primo isolamento di Pirola in Italia a Brescia, da parte del team del presidente della Società italiana di virologia Arnaldo Caruso. “Mutazioni che possono influire sulla contagiosità e quindi Pirola è assolutamente candidata a diventare prevalente”.
“In questa fase – spiega Pregliasco – il virus di Covid, per poter continuare la sua opera, deve in qualche modo aumentare la propria capacità diffusiva in un contesto di immunità ibrida” conferita da infezioni e vaccinazioni. “E quindi queste tantissime variazioni sulla Spike facilitano senz’altro la possibilità di diffusione” di Pirola, ritiene l’esperto. “Ad oggi – ricorda – si tratta di una variante sotto osservazione, sottoposta a monitoraggio”. Una Vum (Variant under monitoring), secondo la classificazione dell’Organizzazione mondiale della sanità. “BA.2.86 è sostanzialmente, si ipotizza, una sottovariante di Omicron 2 (BA.2). E’ stata evidenziata da luglio – rimarca Pregliasco – ma già ad agosto era stata segnalata in diverse nazioni, 11 circa”.
“Che si chiami Pirola o in qualsiasi altro modo”, l’annuncio della variante BA.2.86 di Sars-CoV-2 intercettata in Italia era atteso. Uno di quegli “annunci ai quali siamo abituati e che continueremo ad avere, perché sappiamo che il virus di Covid-19 è un virus a Rna, che continuerà a mutare in continuazione e che, se la storia e l’esperienza ci assistono, sarà sempre meno patogeno”. Parola di Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di Microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano, che commenta all’Adnkronos Salute l’isolamento della variante ribattezzata Pirola. “Oggi – ribadisce Gismondo – questo virus circola nella popolazione dando una patologia blanda, nella maggior parte dei casi anche senza dare alcun sintomo. Sars-CoV-2 si aggiunge al bagaglio di virus e batteri che, circolando, quando purtroppo attaccano un anziano o un paziente fragile possono dare dei problemi. E’ ciò che fa questo bagaglio di microrganismi che resteranno insieme a noi per sempre, comunque si chiamino, per tutta la nostra esistenza sulla Terra. Ricordiamoci – chiosa l’esperta – che noi ci estingueremo, ma non i microbi”.