(Adnkronos) – Carcere per i genitori che non fanno andare i figli a scuola e Daspo urbano applicabile già dai 14 anni. Sono alcune delle misure del decreto Caivano approvato oggi dal Consiglio dei ministri (Misure urgenti di contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile).
“Penso che le norme portate oggi in Cdm siano delle norme molto importanti – ha detto la premier Giorgia Meloni, parlando in conferenza stampa – Su alcune materie in passato lo Stato ha preferito occuparsi di altro, ha dato il segnale che su alcune questioni era meglio non entrare, che metterci la faccia era pericoloso, e invece penso che” il Cdm di oggi “sia il segno di uno Stato che decide di mettere la faccia anche su materie che sono molto complesse e difficili da risolvere. A Caivano abbiamo preso impegni precisi dopo l’ennesimo fatto di cronaca, che in questo caso riguarda dei minori”.
”Questo decreto legge intende individuare un modello di intervento che varrà nell’immediato per Caivano e poi, a scadenze successive, per lo stesso territorio”, ma “anche per altre aree particolarmente degradate”, purché ne ricorrano “le condizioni”, ha spiegato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, assicurando che il decreto ”è stato il frutto di un lavoro corale di più ministri e delle loro strutture”.
Mantovano ha presentato il nuovo commissario per la riqualificazione del Comune di Caivano nominato oggi dal governo: “Fabio Ciciliano conosce molto bene il territorio. Tra l’altro, a suo tempo, faceva i suoi allenamenti come atleta di pallanuoto nella piscina del Centro sportivo di Caivano…”.
Il primo articolo del cosiddetto dl Caivano ”prevede l’istituzione di una struttura commissariale che metterà a disposizione 30 milioni di euro per un primo intervento di risanamento del territorio e il passo prioritario sarà il ripristino del Centro sportivo” Delphinia, che era un ”fiore all’occhiello del territorio prima di diventare una discarica”, ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio.
“Abbiamo cercato di coniugare la necessità della repressione della delinquenza minorile con quella di consentire ai minori che hanno commesso crimini di poter trovare un percorso non solo punitivo ma anche rieducativo”, ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, in conferenza stampa a Palazzo Chigi dopo il Cdm, aggiungendo che con il decreto Caivano approvato dal Cdm “non si è intervenuto sulla imputabilità del minore” perché “abbassare il limite a 12 anni sarebbe stato contrario alla razionalità, all’etica e all’utilità e non è stato fatto”. “Sono previsti criteri preventivi di ammonimento ma che non hanno nulla a che fare con la repressione penale”, ha precisato.
“Nella linea che riguarda la tutela del minore è stata rafforzata la sanzione per i genitori che non fanno andare i figli a scuola o li ritirano anzitempo – ha spiegato Nordio – Questo reato di dispersione assoluta fino a ieri era punito con una sanzione, noi lo abbiamo elevato a rango di delitto con la pena della reclusione fino a 2 anni. Devono esistere i presupposti ma crediamo che indirettamente venga aiutato il minore nel suo percorso di educazione”.
Illustrando le novità introdotte dal decreto approvato in Cdm, il ministro della Giustizia ha inoltre spiegato che “il pm nel caso in cui l’associazione a delinquere coinvolge un minore, non necessariamente come autore di un reato o concorrente ma anche come vittima della situazione, deve segnalare al procuratore presso il Tribunale dei minori la situazione di disagio per l’adozione di provvedimenti. Questo può essere l’inizio di responsabilizzazione dei genitori ma anche di perdita della potestà genitoriale, se il procuratore ritenesse che ne sussistano i presupposti”.
Il ”daspo urbano o dacur” potrà essere applicato ai minori già dai 14 anni, ”quindi il provvedimento abbassa la soglia dell’età di applicazione del provvedimento anche ai minorenni ultra 14enni”, ha spiegato il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, in conferenza stampa.
”Il provvedimento interviene sul famoso daspo per i reati di stupefacenti – ha affermato Piantedosi – Vengono ampliati i luoghi presso i quali si può prevedere questo divieto precisando che possono essere scuole, plessi scolastici, sedi universitarie, proprio perché c’è il tema della commissione di questi reati in prossimità di aree scolastiche e universitarie”. ”Viene ampliata inoltre la platea dei reati presupposto per l’applicazione di questo provvedimento”, ha aggiunto, ”includendo anche il caso della semplice detenzione di droga” e la possibilità di estendere questo divieto “a tutta la provincia se sussistono ragioni di particolare pericolosità del soggetto”.
E poi ”c’è un inasprimento sanzionatorio per lo spaccio di lieve entità che ha l’effetto di potenziare la facoltà di arresto in flagranza per i minori e ampliare i casi di applicabilità della pena detentiva in carcere anche per i minori ultra 14enni”.
Ancora, ”c’è l’introduzione dell’ammonimento per il reato di bullismo, la normativa vigente lo prevedeva per i reati di cyberbullismo quindi abbiamo omogeneizzato la normativa”. ”Il questore potrà convocare il minore insieme al genitore o a una persona esercente la potestà genitoriale”, ha chiarito.
Inoltre ”c’è l’introduzione della nuova misura dell’ammonimento per minori infra-14enni. Questa è l’unica applicazione di un istituto al di sotto dei 14 anni che si trova nella normativa. Dai 12 anni quindi si introduce l’ammonimento del questore per i minori tra i 12 e i 14 anni che commettono delitti per i quali è prevista la pena della reclusione non inferiore nel massimo a 5 anni, come il furto aggravato, la rapina aggravata, il danneggiamento aggravato e le lesioni gravi”. ”Contestualmente c’è la sanzione amministrativa per i genitori che sono assoggettati ad una sanzione amministrativa pecuniaria che può essere irrogata dal prefetto”, ha aggiunto.
Piantedosi ha spiegato che nel decreto Caivano si ”consente al questore di proporre all’autorità giudiziaria la prescrizione sull’utilizzo e l’accesso a piattaforme informatiche nonché possesso e utilizzo di telefoni e dispositivi elettronici”. ”Una previsione”, ha aggiunto il ministro, ”che ho visto essere stata molto discussa in preparazione di questo decreto. Abbiamo scelto una formulazione che limita la misura ai casi in cui si renda necessaria rispetto alla tipologia del reato commesso”.
Quanto ai siti pornografici, “abbiamo implementato il parental control”, ha detto la ministra della Famiglia, Eugenia Roccella. ”Sappiamo che tutto questo produce danni alla salute, crea indipendenza. E non solo. Caivano lo ha fatto emergere. Gli esperti ci dicono che l’età di accesso ai siti porno è di 6-7 anni”. Bisogna intervenire ”anche attraverso la scuola”, ma ”in primo luogo attraverso la famiglia che ha un compito insostituibile. Abbiamo implementato il parental control. C’è una mancanza di formazione e informazione della famiglia” in proposito, ha affermato Roccella.