(Adnkronos) – Maggioranza sotto alla Camera sul Def. Non passa la risoluzione del centrodestra sullo scostamento di bilancio: i voti favorevoli sono stati 195 ma la maggioranza richiesta era di 201, la Camera ha dunque bocciato la risoluzione di maggioranza per 6 voti. Alla lettura del risultato dal presidente di turno, Fabio Rampelli, sono esplosi gli applausi tra i banchi dell’opposizione: “Capisco l’euforia dell’opposizione….”. Quindi Rampelli ha aggiunto: “Non essendo stata raggiunta la maggioranza assoluta la risoluzione” del centrodestra “si intende respinta, non risulta perstanto autorizzato il ricorso all’indebitamento”.
In serata, via libera della commissione Bilancio della Camera alla nuova relazione sullo scostamento di bilancio. Il governo ha presentato un nuovo testo che è stato votato e domani mattina sarà all’esame dell’Aula. Il Consiglio dei ministri ha approvato nel tardo pomeriggio la nuova Relazione sul Def. “Restano confermati i saldi di finanza pubblica già riportati dal Documento di economia e finanza 2023”, si legge nel comunicato di Palazzo Chigi, mentre la nuova Relazione “sottolinea le finalità di sostegno al lavoro e alle famiglie oggetto degli interventi programmati per il Consiglio dei ministri già fissato per il 1° maggio”.
CHI ERA ASSENTE – Sono stati in totale 45 deputati dei 4 gruppi di maggioranza i non presenti al voto sullo scostamento. Ecco i numeri dei tabulati: 14 di Fdi non erano presenti, 14 di Forza Italia, 15 della Lega e 2 di Noi Moderati. Nello specifico 11 assenti della Lega e 4 in missione; 5 assenti di FdI e 9 in missione; 9 assenti di Forza Italia e 5 in missione.
“Presenza obbligatoria stasera in commissione e domani in aula dalle 10:00 fino a fine lavori”. Questa, apprende l’Adnkronos, la ‘direttiva’ impartita ai deputati di Fdi dai vertici del gruppo.
SENATO – “Si voterà domani alle ore 14 e si inizierà subito in diretta tv” ha annunciato Ignazio La Russa, presidente del Senato, intervenendo in Aula a palazzo Madama. “Apprezzate le circostanze, non procederemo alla prevista votazione oggi, ma arriviamo a domani, perché non è stato raggiunto il numero della maggioranza assoluta sulla risoluzione presentata alla Camera a, a differenza di quanto accaduto al Senato, il governo ha quindi ritenuto opportuno, se non necessario, riconvocare per riformulare la relazione sullo scostamento di bilancio”.
MELONI – Quello su Def “è un brutto scivolone, una brutta figura, ma non vedo segnali politici” dice il premier Giorgia Meloni, conversando con un gruppo di cronisti rientrando nell’hotel che la ospita a Londra, dopo la visita a Westminster. “Non ho parole”. Questo, riferiscono fonti parlamentari, il messaggio che Giorgia Meloni avrebbe postato nella chat degli eletti di Fdi. A Londra, dove si trova in missione, la presidente del Consiglio non ha nascosto la sua irritazione per il voto sul Def, che ha visto la maggioranza andare sotto alla Camera.
“Affrontiamo una situazione che non è facile – rimarca Meloni -, stiamo facendo del nostro meglio. Non ci stiamo risparmiando e credo che non si debba risparmiare nessuno”. Ma il presidente del Consiglio si dice convinta che la mancata approvazione odierna del Def non è un segnale politico, ma un “eccesso di sicurezza” ovvero una “leggerezza, non so francamente se peggio o meglio”, dice, rimarcando più volte il “dispiacere” per l’incidente al quale è costretta ad assistere da Londra. “Ognuno ha la propria responsabilità. Credo che si debba fare una valutazione ulteriore e concentrare l’attenzione sui parlamentari in missione, su chi un doppio incarico”.
I numeri “servono, ci devono essere altrimenti la maggioranza va”, ha aggiunto Meloni. “Avendo fatto qualche anno di Parlamento – rimarca – quando si devono dare segnali politici si danno su cose secondarie”. “Credo che sia stata superficialità, che non so dire se sia meglio o peggio ma è qualcosa a cui si rimedia con un confronto fra di noi”, ha proseguito. “Adesso – va avanti – si tratta di organizzare meglio tutta la filiera, anche di parlarci di più tra di noi, con i capi delegazione, con i capigruppo, perché tutti devono essere coinvolti. Io ho in testa un calendario di riforme chiaro e abbastanza serrato, e credo che sia un lavoro su cui vanno coinvolti tutti quanti e mi prendo io la responsabilità di farlo. Sto già organizzando”.
IL MESSAGGIO DELLA PREMIER – “Non ho parole”. Questo, riferiscono fonti parlamentari, il messaggio che Meloni avrebbe postato nella chat degli eletti di Fdi.
Il Cdm il 1 maggio resta convocato. Il Def verrà approvato “nei prossimi giorni in Parlamento e manterremo tutti gli impegni con la Ue. E’ stato uno scivolone, ho fatto il parlamentare a lungo e so che i segnali politici si danno su altro, ma credo che tutti vadano richiamati alle loro responsabilità. Noi non ci stiamo risparmiando, non può farlo nessuno”. “Il primo maggio – ha aggiunto – è il giorno della festa dei lavoratori e vogliamo dare un segnale al mondo del lavoro. Abbiamo convocato anche i sindacati per domenica sera, mi dispiace” per la convocazione alla vigilia del Cdm, “ma questi erano i tempi”.
PD: “DATO POLITICO CLAMOROSO”. M5S: “MELONI VADA SUBITO AL COLLE” – “E’ un dato politico clamoroso”, commenta Chiara Braga, capogruppo Pd, in aula alla Camera. “Siamo oltre l’immaginazione, una maggioranza con questi numeri, sull’atto più importante, fallisce miseramente. E’ una totale mancanza di responsabilità verso i problemi del Paese che si somma alla confusione e alle divisioni sul Pnnr, continua. “Siamo preoccupatissimi, sono incapaci di approvare l’atto che porta all’approvazione del Def, non ci sono precedenti, si tornerà in Cdm per una nuova relazione al Def – spiega Braga -. Non mi pare miglior modo per corrispondere ai problemi del Paese ed è la certificazione delle divisioni e dei fallimenti della maggioranza”. E ancora: “Avevano promesso in modo del tutto propagandistico di fare interventi sul lavoro il 1 maggio. Peccato che si sono dimenticati di richiamare ai loro doveri di lavoratori i loro parlamentari”. Salta a questo punto il decreto Lavoro del 1 maggio? “Allo stato attuale – replica – non è possibile fare nessuna delle misure che hanno annunciato”.
“Noi vi chiediamo un atto politico: la presidente Meloni deve andare subito al Quirinale, deve farsi guidare perché voi state creando un’instabilità finanziaria che non ci possiamo permetterci”. Così Francesco Silvestri dei 5 Stelle in aula alla Camera. Stessa richiesta è stata avanzata da Verdi e Sinistra. “La bocciatura della risoluzione di maggioranza sul Def rappresenta un fallimento epocale di cui non si ricordano precedenti simili nella storia repubblicana. Quanto accaduto alla Camera certifica tutta l’approssimazione e la sciatteria del governo dei ‘pronti’. O forse nella maggioranza c’è stata una definitiva presa di consapevolezza sull’evanescenza del Documento presentato da Meloni e Giorgetti. Quest’ultimo ha dichiarato che molti deputati ‘non si sono resi conto’: se così fosse, abbiamo una fotografia definitiva dell’inadeguatezza dell’attuale maggioranza”, recita quindi una nota congiunta dei parlamentari M5s delle commissioni Bilancio e Finanze di Camera e Senato.
“Questo testo è da buttare, lo devono riscrivere”, dice ai cronisti il segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni dopo il voto dell’Aula. “Dal punto di vista politico ma anche procedurale, è del tutto plausibile che debbano riscrivere il Def e ricominciare l’iter. Non è un incidente secondario – sottolinea – è una cosa incredibile. Hanno preso 195 voti, ne dovevano prendere 201. C’erano i banchi del governo molto pieni come sempre in questi casi ma in modo insufficiente”. “E’ un inedito, non è mai accaduta una cosa del genere”, aggiunge Fratoianni.
“La maggioranza ha 237 deputati. Ha ottenuto 195 voti. Presenti il 68,18% dei parlamentari di Fi, il 75,92% di quelli della Lega, l’88,03% di quelli di Fdi. Chi ha un minimo di esperienza ravvisa la totale assenza della regia del Ministro dei rapporti con il Parlamento”, scrive su Twitter il vicesegretario di Azione Enrico Costa.