(Adnkronos) – Presunto dossieraggio su politici e personaggi noti, è partita da una denuncia presentata nell’ottobre scorso a Roma dal ministro della Difesa Guido Crosetto – a seguito della pubblicazione su alcuni giornali di notizie riservate relative alla sua precedente attività professionale – l’indagine della Procura di Perugia su presunti accessi abusivi a banche dati per l’acquisizione di notizie riservate. Le indagini svolte in un primo momento dalla Procura di Roma avevano portato ad individuare quale autore di alcuni accessi a banche dati pubbliche, da ritenersi presumibilmente non leciti, un appartenente alla Guardia di Finanza, in forza al Nucleo di polizia valutaria di Roma ma distaccato ad operare presso un gruppo di lavoro che si occupava dello sviluppo di “Segnalazioni di operazioni sospette” (Sos) presso la Procura Nazionale antimafia.
“Il soggetto era stato doverosamente iscritto nel registro delle notizie di reato per il delitto di cui all’art. 615 ter c.p. e dopo l’interrogatorio dell’indagato – si legge nella nota firmata dal procuratore capo di Perugia Raffaele Cantone – che aveva rivendicato la piena correttezza del suo operato, essendo emersi dalle investigazioni svolte anche ulteriori possibili accessi non leciti, il Procuratore della Repubblica di Roma, previa una riunione di coordinamento e in pieno accordo” con lo stesso Cantone “ trasmetteva, nell’aprile di questo anno, il fascicolo a questo ufficio, ‘per le valutazioni di competenza ai sensi dell’art. 11 bis c.p.p’”.
“Da aprile l’ufficio sta proseguendo, in assoluta riservatezza, le indagini preliminari, che si sono ovviamente estese rispetto all’ipotesi originaria di violazioni di notizie riservate in danno del ministro Crosetto e sono state già sentite numerose persone ed esaminata una rilevante quantità di documenti”, si spiega nella nota della procura di Perugia.
“Le indagini sono state, in particolare, delegate al Nucleo di polizia valutaria della Guardia di Finanza di Roma, che oltre ad avere la piena fiducia dell’Ufficio, ha le necessarie ed idonee competenze ed il cui comandante” in accordo con la procura di Perugia “ha individuato un pool di investigatori che sta procedendo agli accertamenti con particolare rigore e speditezza, in quanto è auspicabile che esse siano concluse in tempi più rapidi possibili. Gli accertamenti vengono condotti con la piena collaborazione ed in totale sintonia con il Procuratore Nazionale Antimafia che aveva, già prima dell’avvio dell’indagini, provveduto a riorganizzare radicalmente il servizio Sos”.
“Chiedo al governo una informativa su quanto oggi è riportato su alcuni giornali, e che, se fosse vero, risulterebbe questione di particolare gravità perché lederebbe una serie di prerogative, di tutele e di garanzie costituzionali”, ha detto il presidente dei senatori di Azione-Italia Viva e componente del Copasir Enrico Borghi, in Aula al Senato.
“A seguito di una denuncia-esposto del ministro Crosetto, sarebbe in corso una indagine della magistratura riguardante una potenziale centrale di dossieraggio abusivo all’interno della direzione nazionale antimafia che avrebbe scavato negli ultimi anni nei conti correnti e nelle transazioni finanziarie di centinaia di personaggi noti. Politici di primo piano, giornalisti, capitani di industria. Si tratta – ha proseguito – di una vicenda molto delicata. Siamo a livello di informazioni giornalistiche, ma innescate dalla denuncia di un membro dell’esecutivo. E quindi chiedo una informativa al governo, un approfondimento, perché il parlamento è libero e non può essere condizionato o condizionabile da nessuno”, ha concluso il senatore di Italia Viva.
La notizia di un presunto dossieraggio abusivo su politici e vip e dell’inchiesta della Procura di Perugia è stata oggi riportata da ‘la Repubblica’, ‘Corriere della Sera’ e ‘la Verità’, che parlavano di un iscritto nel registro degli indagati, un maresciallo della Guardia di Finanza che per lungo tempo è stato in servizio alla Direzione nazionale antimafia. Per i quotidiani, le indagini mirano a capire cosa si nascondeva dietro una moltitudine di accessi alla banca dati delle Sos, le segnalazioni di operazioni sospette che partono dalle banche e finiscono agli inquirenti, e i motivi per i quali informazioni segrete siano state acquisite ed elaborate senza motivo.