(Adnkronos) – E’ morto Alan Arkin, aveva 89 anni. L’attore e regista statunitense, vincitore dell’Oscar come miglior interprete non protagonista nel 2007 per “Little Miss Sunshine” di Jonathan Dayton e Valerie Faris e con una carriera da versatile caratterista che ha abbracciato sette decenni di recitazione tra palcoscenico e piccolo e grande schermo, si è spento giovedì 29 giugno, nella sua casa di Carlsbad, in California.
L’annuncio della scomparsa è stato dato dai figli Adam, Matthew e Anthony con una dichiarazione congiunta: “Nostro padre era una forza della natura dal talento unico, sia come artista che come uomo” Era un marito, un padre, un nonno e un bisnonno affettuoso, era adorato e ci mancherà profondamente”. Dal 1999 l’attore era sposato con la terza moglie, l’attrice Suzanne Newlander.
Nel suo primo ruolo significativo in un film, “Arrivano i russi, arrivano i russi” (1966) di Norman Jewison, Alan Arkin aveva ricevuto una rara nomination all’Oscar come miglior attore per un lavoro in una commedia, interpretando un marinaio russo il cui sottomarino si è arenato al largo della costa di un villaggio di pescatori del New England.
Nato a New York il 26 marzo 1934, Arkin ha iniziato la carriera di attore a teatro nella seconda metà degli anni Cinquanta, raggiungendo il successo al cinema nel decennio successivo grazie alla partecipazione in pellicole di autori di rilievo: “Sette volte donna” (1967) di Vittorio De Sica, “Gli occhi della notte” (1967) di Terence Young, “L’infallibile ispettore Clouseau?” (1968) di Bud Yorkin, “L’urlo del silenzio” (1968) Robert Ellis Miller, “Papà… abbaia piano! (1969) di Arthur Hiller, “Comma 22” (1970) di Mike Nichols.
Artista poliedrico, Arkin si è dedicato anche alla regia, esordendo nel 1971 con “Piccoli omicidi”, primo di una serie di lungometraggi caratterizzati da una forte dose di humour nero, interpretato da Elliott Gould e Marcia Rodd; l’esperienza verrà ripetuta con “Quella pazza famiglia Fikus” (1977).
Arkin è passato con disinvoltura da un genere cinematografico all’altro. Nel 1990 è al fianco di Johnny Depp e Winona Ryder in “Edward mani di forbice” di Tim Burton, e a Robert Redford in “Havana” di Sydney Pollack. Negli anni successivi partecipa, tra gli altri, a “Gattaca” (1997) di Andrew Niccol, “Jakob il bugiardo” (1999) di Peter Kassovitz, “I perfetti innamorati” (2001) di Joe Roth e “Tredici variazioni sul tema” (2001) di Jill Sprecher. Ha recitato in seguito in ruoli secondari in commedie come “Sunshine cleaning” (2008) di Christine Jeffs, “Agente Smart – Casino totale” (2008) e “Marley & Me” (2008) di David Frankel.
Il suo lavoro è molto apprezzato all’interno del circuito cinematografico indipendente anche grazie all’Academy Award come miglior attore non protagonista ottenuto per l’interpretazione di un nonno eroinomane in “Little miss sunshine” (2006), pellicola che narra con toni da black comedy il viaggio on the road – sia fisico che spirituale – di una atipica famiglia della provincia americana verso la sede di un concorso di bellezza per bambine.