(Adnkronos) – “Diventare membri di una Comunità energetica rinnovabile (CER) non serve ad arricchirsi e per il momento nemmeno ad avere significativi risparmi in bolletta, però è una straordinaria esperienza di partecipazione, di condivisione e di consapevolezza sul tema dell’energia”. A dirlo è Gianluca Ruggieri, ingegnere ambientale all’Università dell’Insubria ed esperto di energie rinnovabili, uno dei relatori ospiti di REbuild 2023, il meeting dedicato al futuro dell’edilizia in corso a Riva del Garda.
“Se fondo una comunità energetica rinnovabile — spiega Ruggieri – devo spendere soldi per la costituzione, per farmi seguire da un legale e altre cose, ma allora perché farlo?”. La risposta si trova nelle esperienze raccolte da Ruggieri anche attraverso “ènostra”, il fornitore cooperativo nazionale di energia elettrica rinnovabile di cui è socio fondatore. Da un lato i membri di una CER si trovano a dover decidere cosa fare con il “tesoretto” pagato dal gestore per l’energia pulita prodotta in eccesso, e spesso decidono di usarlo per finanziare opere utili alla comunità o darlo al Comune per finanziare un progetto con un impatto collettivo, dall’altra parte c’è un percorso di consapevolezza che i membri fanno sui propri consumi energetici (quanta energia ho consumato, quando e perché) ed è un processo che porta magari a sostituire una lampadina, a cambiare abitudini e a coinvolgere gli altri in queste valitazioni.
“È una cosa che funziona molto bene nei piccoli comuni o in contesti su piccola scala, nei progetti grandi magai si massimizzano i profitti economici ma questa cosa, che è importante, si perde”, aggiunge Ruggieri. “Le Cer insomma innescano comportamenti virtuosi, e se è vero che i comportamenti non bastano per la decarbonizzazione, sono comunque molto importanti per creare l’ambiente giusto”, conclude l’esperto.