(Adnkronos) – Essere sostenibili conviene. Soprattutto alle aziende che rischiano, in caso di mancato adeguamento alle metriche Esg, di restare fuori dal mercato. Ermete Realacci, ambientalista, politico e ora presidente della Fondazione Symbola, sottolinea da tempo il valore e la forza della sostenibilità, con l’Italia indietro dal punto di vista normativo ma decisamente evoluta nei comportamenti sostenibili: “Le aziende che fanno investimenti in campo ambientale, che sono circa il 40%, e anche nel sociale sono sempre più forti, producono, esportano e ottimizzano di più. E soprattutto creano un rapporto di fidelizzazione con i clienti, che cercano sempre di più le realtà che tengono conto del rispetto dell’ambiente ma anche delle imprese che rispettano le condizioni di lavoro, che sono in regola sui numeri sulla diversità, sulle pari opportunità. Queste realtà sono percepite come soggetti di qualità maggiore”, spiega in un’intervista a SostenbileOggi.
Realacci, che è anche presidente onorario di Legambiente, evidenzia i risultati dello studio prodotto da Symbola e Ipsos, il Rapporto Sostenibilità e Qualità: “i tre driver che spingono alla sostenibilità sono l’etica (rispetto di ambiente, persone, società, inducendo gli individui a migliorare il proprio modo di relazionarsi con il mondo), poi paura per i cambiamenti climatici e il futuro del pianeta spingendo le persone ad adottare comportamenti che limitino il proprio impatto negativo sul pianeta e infine la qualità: la percezione di un prodotto sostenibile come migliore rispetto agli altri”.
Scegliere un prodotto sostenibile, dunque, “conviene all’individuo, conviene all’azienda che lo produce e conviene all’economia nel complesso: 7 individui su 10 si dichiarano disposti a pagare di più per un prodotto sostenibile perché percepito di qualità superiore. Nel loro piccolo, i cittadini vogliono impegnarsi e portare cambiamento. E soprattutto, ritengono che sia difficile comprendere se un’azienda sia o meno sostenibile, quindi non basta dichiarare di operare in modo sostenibile, bisogna dimostrarlo in modo trasparente, nonché promuovere e valorizzare i sistemi di certificazione”.
L’intervista completa su www.sostenibileoggi.it