(Adnkronos) – “Essere qui significa mandare un messaggio a tutta l’Europa. Credo che tutti i Paesi siano concordi, e io se posso lo urlo questo messaggio: sono contrario a qualsiasi guerra in atto in questo momento nel mondo. Scrivo canzoni per l’amore”. Marco Mengoni è carico, centrato, presente a sé stesso, mentre parla ai giornalisti da Liverpool, dove si sta preparando per rappresentare l’Italia all’Eurovision Song Contest. Dieci anni dopo la sua prima partecipazione, in Europa c’è la guerra e le cose sono cambiate: “La musica è un messaggero di pace e di amore, e credo che questo pensiero riguardi tutti i 37 Paesi che stanno concorrendo – dice il cantante di Ronciglione – Abbiamo l’opportunità di usare la musica come mezzo per urlare ancora di più che vogliamo la pace. Ovviamente mi sarebbe piaciuto andare a Kiev, avrebbe voluto dire che la guerra è finita e non ci sono più persone che soffrono in quel modo”.
Dieci anni dopo, Marco ha le idee più chiare sul valore e sul significato del contest: “Sono più grande, ho avuto modo di capire cosa volesse dire Eurovision e l’importanza di quel palco. Dieci anni fa ero molto giovane, mi sono fatto prendere dall’emotività del momento e non mi sono goduto quell’istante, stavolta parto con gli strumenti che ho maturato in questi dieci anni di carriera”. Lì a Liverpool il ritmo è frenetico: “Qui sto facendo tantissime prove, tantissime interviste che per forza di cose stancano ma è un momento bello, sono più grande, più maturo”.
Liverpool è la casa dei Beatles, la band che più di ogni altra ispira da sempre Mengoni. “L’energia che dà Liverpool, la casa dei Beatles che è uno dei gruppi che mi ha sempre ispirato, fa in modo che io mi goda questo ‘tappeto turchese'”, spiega. L’ansia è gestibile: “Faccio uno dei mestieri più belli del mondo, quindi perché devo avere ansia? Ovviamente posso fare degli errori, gli errori devono esserci e fanno parte della vita, ma non sento ansia. Spero di tenerla più lontano possibile”, spiega Marco. Molti i colleghi che tifano per lui: “Mi ha scritto Laura Pausini e altri colleghi per farmi un in bocca al lupo”, rivela.
Mengoni alla fine ha tenuto ferma la scelta di portare il brano vincitore di Sanremo, ‘Due Vite’, alla kermesse europea (la notizia della certificazione disco di Platino del pezzo arriva proprio durante la conferenza stampa), dopo qualche riflessione: “Ci ho pensato un po’, perché tengo molto a questo prossimo disco – ammette Mengoni – e mi ero lasciato una porta aperta per capire se ci potessero essere dei pezzi più giusti. Ma alla fine, riflettendo, ‘Due vite’ è un bel viaggio, e descrive benissimo gli ultimi due anni di vita personale e il lavoro su di me”.
Essere a Liverpool impedirà al vincitore di Sanremo di presenziare ai David di Donatello, dove è in nomination con ‘Caro amore lontanissimo’, scritto da Sergio Endrigo e Riccardo Sinigallia, soundtrack della pellicola ‘Il colibrì’. “Provo dispiacere, sono candidato per la prima volta nella vita e mi dispiace mortalmente non poter essere lì per ovvie ragioni. Avere una nomination con un pezzo e un film così importante è bello”.
E mentre il 26 maggio esce ‘Materia (Prisma)’, il terzo album che conclude la trilogia multiplatino ‘Materia’, Mengoni annuncia il suo primo tour nei grandi spazi europei, con partenza dal Sant Jordi Club di Barcellona il 18 ottobre. “Sarà in posti più grandi, che non avevo mai fatto. Sono molto contento di poter vedere quante persone hanno aderito alla mia musica – dice emozionato l’artista – Mi mette paura lo Zenith a Parigi, ho ascoltato artisti molto grandi ed essere lì ad ottobre sarà un’emozione pazzesca”. L’emozione è palpabile. C’è un altro messaggio che Mengoni spera di portare sul palco dell’Eurovision: “Di non perdere tempo. Perché ce n’è pochissimo, e non possiamo deciderlo noi”. (di Ilaria Floris)