(Adnkronos) – “Alcuni Paesi come Francia e Germania hanno posto, per determinate categorie di prodotti” generici, “delle misure per contenere i prezzi, così da evitare danni, soprattutto per le categorie fragili. In Italia, i limiti sono dettati dalla capacità economica del Servizio sanitario nazionale e regionale. Quello che chiediamo, alla luce della crisi dei prodotti farmaceutici equivalenti – fondamentali per il Paese, sia sotto il punto di vista economico che sociale – è sedersi a un tavolo e poter discutere delle strategie da attuare per contrastare questo problema ed evitare il collasso del comparto farmaceutico dell’equivalente”. Così Enrique Häusermann, presidente di Egualia, oggi a Roma, alla presentazione dell’Osservatorio Nomisma 2023 sul ‘Sistema dei farmaci generici in Italia’.
“Seppure consci del contesto macroeconomico nel quale la Manovra di bilancio 2024 si sta delineando e degli sforzi che il Governo ha profuso nell’assicurare risorse adeguate al Ssn, vorremmo poterci confrontare sugli interventi necessari e le modifiche normative che rimangono da fare – sottolinea il presidente di Egualia – tanto legate alla governance farmaceutica quanto alla politica industriale, con l’obiettivo di alleggerire la pressione che da tempo sta schiacciando il nostro settore industriale, minando la capacità futura di garantire al Ssn farmaci di qualità, sicuri ed efficaci a costi sostenibili. In caso contrario un comparto essenziale per la tutela della salute pubblica rischia di essere irreversibilmente compromesso”.
Häusermann cita “un caso esemplare su tutti, che fornisce un quadro dell’attuale situazione del comparto farmaceutico dell’equivalente: la crisi dell’amoxicillina, un prodotto che 25 anni fa era fabbricato anche in Italia e ora esclusivamente in Cina. Questo riassume, in estrema sintesi il rapporto Nomisma che fa una disamina a 360 gradi di tutto il settore e delle cause che ci hanno indotto a porre l’attenzione sul tema. Le preoccupazioni sono tante- avverte – e, oramai, palesi. Due anni e mezzo fa, avevamo già annunciato la possibilità di questi rischi, che si sono poi accentuati a causa di guerre, crisi energetiche e inflazione. Quindi, la somma di tutti questi fattori, oggi, rischia di mettere in ginocchio il comparto farmaceutico dell’equivalente”.
Le evidenti difficoltà nell’approvvigionamento di prodotti “paventano il rischio che, a un certo punto – sottolinea Häusermann – il mondo dell’equivalente, che ha da sempre fornito un apporto importante a sostegno del Ssn, con prezzi che creano dei risparmi importanti e, di conseguenza un maggiore accesso alle cure per i cittadini, non riuscirà più assicurare la fornitura farmacologica al Ssn e quindi alla popolazione”. Il ruolo del costo ha un’incidenza “abbastanza importante. Il 27% dei prodotti rimborsato a basso costo, come si evince in lista di trasparenza, sono sotto i 5 euro di prezzo al pubblico”. Questo, conclude, “comporta un ricavo per l’industria, al netto di vari sconti, di soli 2,5 euro”.