(Adnkronos) –
“Ho paura? Non mi aspettavo di rischiare di nuovo la vita dopo così poco tempo”. Fedez si confessa a Che tempo che fa, in una lunga intervista nella trasmissione di Fabio Fazio, sul Nove. Il rapper si apre parlando del percorso complesso dell’ultimo anno: dalla scoperta del tumore al pancreas all’operazione, dalle difficoltà nella ricerca dell’equilibrio al nuovo ricovero per un’emorragia provocata da due ulcere.
“La malattia mi ha fatto capire l’importanza del tempo, una ferita ha bisogno di tempo per essere curata e lenita. La malattia mi ha fatto capire l’importanza della salute mentale, un’emergenza concreta”, dice accendendo i riflettori sul tema. “I dati istat dicono che ci sono 2 milioni di giovani con problemi mentali. L’Aifa dice che tra i 20 farmaci più prescritti, 6 sono psicofarmaci o ansiolitici. C’è un’emergenza ed è nota a tutti, ma non è al centro di nessun dibattito politico. Lo scorso governo ha stanziato 25 milioni di euro per il bonus psicologo, coprendo il 10% della richiesta. Il governo attuale ha tagliato questa cifra portandola a 5 milioni. Alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e al ministro Giorgetti chiedo di non tagliare questi fondi perché significa sputare in faccia alle famiglie”, afferma, annunciando l’intenzione di impegnarsi personalmente per la creazione di un centro che offra sostegni e cure.
Sullo schermo scorre l’immagine di Gianluca Vialli: “Mi viene da piangere, eppure non l’ho mai visto di persona… Quando ho scoperto di avere il tumore al pancreas cercavo pareri medici ma anche esperienze di persone. Ho visto che l’unica intervista era la sua. Prima di essere ricoverato sono stato diverse ore al telefono con lui: stava vivendo un dramma e dedicava tempo ad una persona che non conosceva assolutamente, questo dice tutto su chi fosse Gianluca”, dice Fedez. “La malattia mi ha lasciato qualcosa di positivo? Vorrei poter dire di sì, ma non sono ancora migliorato come persona”.
Il rapper, con la moglie Chiara Ferragni, è costantemente sotto i riflettori anche per la scelta di proporre buona parte della propria vita sui social. “Dipende da quello che vuoi far vedere. Ci sono delle cose private, ovviamente. Quello che raccontiamo, decidiamo noi di raccontarlo”, spiega. La famiglia non ha ‘censurato’ nemmeno le fasi del ricovero e dell’operazione: “Molte persone mi hanno accusato di essere un pornografo del dolore. Io non sono di questo avviso, poi ognuno ha la sua sensibilità. Per me riprendermi era una forma di distrazione. Ma poi soprattutto quel tipo di testimonianza, per chi sta affrontando qualcosa di simile, può essere qualcosa che ti svaga, con cui immedesimarsi, qualcosa che può essere d’aiuto, seppur minimo”.