(Adnkronos) – Il governo francese, guidato da Elisabeth Borne, dopo aver incontrato nei giorni scorsi le parti sociali, annuncia la riforma delle pensioni. Nel 2030 l’età per andare in pensione salirà da 62 a 64 anni. “In un primo tempo avevamo pensato di fare salire a 65 anni l’età per andare in pensione”, ha spiegato Borne illustrando la riforma e precisando che gli anni di contributi saranno 43 dal 2027. “Per garantire il livello delle pensioni senza aumentare le tasse bisognerà lavorare gradualmente più a lungo. Al di là dell’equilibrio necessario del nostro sistema, il progetto che proponiamo è giusto e di progresso sociale”.
La premier francese ha sottolineato che le persone non in grado o con handicap “continueranno a beneficiare dell’età pensionabile a 62 anni con una pensione completa e le persone che hanno iniziato a lavorare prima potranno continuare ad andare in pensione prima”: “Nel 2030 quando l’età per andare in pensione salirà a 64 anni, resterà a 58 anni per chi ha iniziato a lavorare prima dei 16 anni. Per quelli che hanno iniziato tra i 16 e i 18 potranno andare in pensione a partire di 60 anni. Per quelli che hanno iniziato tra 18 e 20 anni sarà 62 anni”.
Il ministro dell’Economia, Bruno Le Maire ha spiegato dal canto suo che la riforma “permetterà di far risparmiare al sistema pensionistico 17,7 miliardi di euro nel 2030”.
La riforma delle pensioni, in particolare, prevede di accelerare l’allungamento del periodo di contributi necessari anticipando al 2027 la necessità dei 43 anni di contributi per una pensione completa al posto del 2035. L’aumento dell’età pensionabile arriverà gradualmente con un ritmo di 3 mesi l’anno a partire dal primo settembre: sarà fissato quindi a 63 anni e 3 mesi nel 2027 e raggiungerà il target di 64 anni nel 2030. La riforma delle pensioni, ha spiegato Le Maire, “permetterà di generare un punto di Pil aggiuntivo nel 2027”.
Gli industriali francesi hanno accolto positivamente l’annuncio del premier Elisabeth Borne: “L’aumento a 64 anni per andare in pensione accompagnato dall’aumento dei contributi è indispensabile”, ha spiegato in una nota il Medef. Per l’organizzazione imprenditoriale si tratta di “decisioni responsabili e pragmatiche”.
I dipendenti pubblici che fanno dei lavori usuranti come i vigili del fuoco, i poliziotti e gli infermieri potranno andare in pensione a 54 o a 59 anni a secondo della professione contro 52 e 57 attualmente.
GIORNATA DI SCIOPERO – I principali sindacati francesi annunciano una giornata di mobilitazione e di sciopero per il 19 gennaio contro la riforma delle pensioni annunciata oggi dal premier francese, Elisabeth Borne che porta, in particolare, l’età per andare in pensione da 62 a 64 anni nel 2030. “Abbiamo partecipato alla concertazione, abbiamo fatto delle proposte, abbiamo illustrato i nostri punti di vista per quanto riguarda il lavoro usurante e non hanno cambiato nulla”, afferma il segretario generale della Cgt, Philippe Martinez ai microfoni di ‘Bfm’ auspicando il massimo di lavoratori in sciopero il 19 gennaio.
Per il segretario generale della Cfdt, Laurent Berger si tratta “di una delle riforme più brutali di questi ultimi 30 anni”. Il 19 gennaio, aggiunge ai microfoni della tv all news francese, “sarà l’inizio di una grande mobilitazione contro la riforma delle pensioni”. Per il segretario generale dell’Unsa, Laurent Escure questa riforma annunciata da Borne “non era necessaria”: “non c’era urgenza di mettere in equilibrio il sistema pensionistico” in Francia.
La mobilitazione è stata proclamata oltre che da Cgt, Cfdt e Unsa anche da Force Ouvrière, Cfe-Cgc, Solidaires, Cftc e Fsu. “Avevamo avvisato che si ci fosse stato uno slittamento dell’età per andare in pensione, saremmo scesi in piazza. Allora ci saremo”, sottolinea il presidente della Cftc, Cyril Chabanier.
Sindacati ma non solo. Il leader della France Insoumise, il partito di estrema sinistra, Manuel Bompard chiede ai francese di “scendere in piazza per impedire questa brutale” riforma delle pensioni. “Sosterremo tutte le mobilitazioni”, annuncia. Anche l’esponente dell’estrema destra del Rassemblement National Marine Le Pen contesta il progetto del Governo. “Chiedendo ai francesi di lavorare più a lungo Emmanuel Macron non offre alcuna prospettiva di vita serena e degna ai nostri concittadini. E’ un imperativo morale quello di opporsi a questa terribile regressione sociale”.
La riforma già fa tanto discutere anche tra gli intellettuali. “L’età pensionabile – sottolinea in un tweet il sociologo francese Edgar Morin – dovrebbe essere differenziata; uno che è innamorato del suo mestiere, se lo desidera, potrebbe andare in pensione a 70 anni; una persona che svolge un lavoro difficile o malsano la prenderebbe a 55 anni. Nessuna cronologia astratta, ma una pensione ‘à la carte’ entro dei limiti fissati”, suggerisce Morin.