(Adnkronos) – “Il mio commento? Mi sono espresso nei confronti di una persona, la sorella di Giulia Ceccherin, che ha praticamente scagionato il vero colpevole dell’omicidio, mettendo invece la croce addosso a tutti noi, ai maschi. Ma io non mi sento né colpevole, né un mostro…”. Risponde così all’AdnKronos Stefano Valdegamberi, il consigliere regionale veneto finito nella bufera per il suo post su Facebook, in cui non risparmia attacchi a Elena Cecchettin, sorella dell’ultima vittima di femminicidio. “Io -avverte- non credo che si possa dire che è un fatto sociale, le responsabilità sono individuali, casomai dobbiamo porci il problema della mancanza di valori, in famiglia, ad esempio”. “Io -dice a riprova del fatto che è sbagliato attaccare gli uomini in quanto tali per le violenze di genere – ho sentito poco fa al telefono un’amica il cui cugino si è appena tolto la vita, vittima di una stalker donna. Il problema è chiaro che non è solo maschile, non è colpa degli uomini”.
Valdegamberi punta il dito contro chi invece segue modelli sbagliati, in particolare i più giovani: “Alcuni – sottolinea – prendono a modello pure i rapper che incitano alla violenza. E molti pensano che in questa società tutto è dovuto, che si possa fare tutto. E questo non è solo un problema del maschio”. Modelli sbagliati per il politico veneto sono anche quelli mostrati dalla sorella di Giulia Ceccherin: “Non è difficile vedere qual è il suo mondo -attacca- . Sui social lei mostra immagini raccapriccianti, allusioni sataniche, persone ritratte sanguinanti e seghe elettriche… e allora mi domando come si possa salire su un piedistallo e fare la lezioncina al maschio, ma forse sono io che sono all’antica”.
Infine Valdegamberi si toglie due sassolini dalle scarpe. Il primo: “Scrivono che sono filo-russo? E cosa c’entra con questa storia di cui stiamo parlando?”, è la replica. Poi sul tema assicura pure di “non aver mai cambiato idea, penso tuttora che le sanzioni a Mosca siano un errore, nel 2016 avevo detto che erano un danno per le nostre aziende venete e la mia mozione fu appoggiata da tutta la maggioranza. Sono pure andato in Crimea dopo l’annessione russa, e ho visto con i mie occhi che lì convivevano in pace tante culture e religioni diverse”.
L’altra ‘precisazione’ riguarda la Lega. “Da via Bellerio dicono che non sono leghista? Allora hanno ragione loro, perché quando serve sono della Lega, quando no allora non sono del partito di Salvini”, risponde ironico non senza ricordare “di essere stato il più votato in regione, con la lista Zaia”. “Ma io -è la sua verità- ho avuto la tessera leghista in tasca, poi l’ho fatta scadere lo scorso anno, non l’ho rinnovata…”.
“Un commento di non condivisione rispetto a dichiarazioni che minimizzano la responsabilità personale dell’omicida per cercare una responsabilità nel presunto ‘modello patriarcale’ non pensavo suscitasse una tale violenza di reazioni, con minacce di morte” dice il consigliere regionale Stefano Valdegamberi. “L’idea dell’amore come possesso personale, in funzione egoistica di sé stessi e del proprio soddisfacimento e non del bene dell’altro, fortemente promossa ed esaltata nella nostra società, genera mostri ovunque. L’amore è l’antitesi dell’egoismo, ma nessuno educa a questo e le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. L’ipernarcisismo dell’egoistica cultura dominante del successo a ogni costo che domina ovunque nella nostra società, non accetta la sconfitta, non accetta il ‘no’ di una fidanzatina che non vuole stare con te. Quando gli insegnanti rimproverano un nostro figlio, cosa facciamo? Corriamo a rimproverare gli insegnanti: il figlio ha sempre ragione. Non esistono per lui i ‘no’, ma solo i ‘sì’: poi ci meravigliamo se ci troviamo dei mostri con la faccia da bravi ragazzi, in casa. Altro che società patriarcale o non patriarcale. Se poi scopro dai social media che l’appello viene fatto da una ragazza che abbraccia ed esalta simboli di satanismo, che tutto sono tranne che amore e fratellanza, non posso pormi degli interrogativi?” conclude.