(Adnkronos) – Con Giulia Tramontano “appena ci siamo viste ci siamo abbracciate per solidarietà femminile”. E’ quanto riferito ai carabinieri dall’altra donna con cui Alessandro Impagnatiello, accusato dell’omicidio della compagna al settimo mese di gravidanza, intratteneva una relzione parallela. Un incontro “veramente cordiale” tra le due donne.
“Io avevo scoperto tutto” e “avevo quindi iniziato da un po’ a registrare le conversazioni tra me e Alessandro”, sottolinea la ragazza.
La giovane racconta quindi di aver recuperato il numero telefonico di Giulia e di averla chiamata: ”Lì in quella conversazione con Giulia ci siamo accordate pacificamente, anche perché eravamo entrambe vittime di un bugiardo, per incontrarci”.
“Lui mi disse che loro si erano lasciati verso dicembre-gennaio, nel periodo in cui avevo scoperto di essere incinta”, ha raccontato ancora la ragazza riferendo di essere andata a volte a dormire a casa di Impagnatiello a Senago e, dal momento in cui lui le aveva assicurato di essersi lasciato con Giulia, in casa non aveva più visto “segni della presenza di Giulia. Non c’erano le foto, non c’erano i trucchi e tutte quelle cose che mi facevano capire prima che c’era lei. Ovviamente delle volte notavo alcuni dettagli, tipo la piastra per i capelli in bagno, ma Alessandro mi diceva che alcune volte Giulia tornava per prendersi ancora le sue cose. Mi aveva detto che non sapeva se Giulia si fosse trasferita a Milano o a Napoli”.
Poi però vide sul telefono di Impagnatiello alcune foto di un viaggio a Ibiza con Giulia Tramontano e “nelle foto che li ritraevano ad Ibiza, lei era chiaramente in stato interessante. Lui si è accorto che stavo guardando le foto e mi strappò il telefono di mano e abbiamo avuto una mezza discussione che io ho interrotto per via di altre persone presenti”. La giovane racconta che Alessandro le aveva detto che il bambino non era il suo: “Io gli avevo creduto. Lui mi disse che il motivo del viaggio insieme a Giulia era stato fatto perché lei era giù di morale”.
Giulia “mi ha detto che Alessandro non avrebbe mai visto il figlio e che a lei interessava solo il bimbo e la sua salute. Non sapeva ancora se si sarebbe recata a Napoli dai suoi genitori ma sicuramente non voleva più vedere Alessandro. Sarebbe comunque tornata a Senago, dopo il nostro incontro, per parlare con Alessandro e per lasciarlo. Io le ho anche proposto che se ne avesse avuto bisogno poteva venire da me a casa a dormire. Lei disse di non preoccuparmi, ringraziandomi”, ha riferito la giovane.
La sera stessa dell’incontro, dopo le 20.30 quando, con ogni probabilità, Giulia è già morta, la ragazza racconta che provò a scriverle dei messaggi ma le arrivarono “messaggi strani, completamente diversi dal tenore della nostra conversazione. Il tono era freddo e sostanzialmente mi diceva che non era stata sincera con me e che dovevo lasciarla stare”.
Giulia “è andata via intorno alle 18.45 – spiega l’altra donna – Io subito le avevo scritto su Whatsapp di tenermi aggiornata alle ore 18.45 ma non mi ha risposto. Alle ore 20.29 le ho riscritto chiedendole se fosse tutto ok e alle ore 20.31 mi ha iniziato a scrivere dei messaggi strani, completamente diversi dal tenore della nostra conversazione. Il tono era freddo e sostanzialmente mi diceva che non era stata sincera con me e che doveva lasciarla stare. Io le ho risposto e lei a sua volta mi ha risposto dopodiché io l’ho chiamata alle 21.49 con telefonata normale e lei non ha risposto e mi ha annullato la chiamata rifiutandola e mi ha poi scritto alle ore 21.52 chiedendomi di lasciarla in pace. Io le ho poi scritto nuovamente alle 22.21 ma il messaggio mi risulta ancora da consegnare (una sola spunta grigia)”.
Dopo non essere riuscita a mettersi in contatto con Giulia la ragazza fece una videochiamata a lui chiedendogli di Giulia. “Io ho chiesto subito ad Alessandro dove fosse Giulia e lui che si trovava sul balcone mi disse che Giulia stava dormendo. Le ho chiesto di confermarmi questa cosa e lui mi disse che era da un’amica. A seguito delle mie insistenze, si è recato in casa e mi ha fatto vedere il letto dove non c’era, poi mi ha fatto vedere anche il divano, su mia richiesta”, in casa, “dalle immagini che Alessandro mi mostrava, Giulia non c’era ma Alessandro era palesemente agitato tanto da apparire sudato”.
La notte tra sabato 27 e domenica 28 maggio, “ho iniziato a scrivere ad Alessandro chiedendo dove fosse Giulia, lui di contro ha iniziato a chiedermi di vederci perché voleva parlarmi da solo senza di lei per mettere un punto a questa vicenda. Le sue richieste erano talmente pressanti che mi ha accompagnato un collega a casa poiché anche loro erano preoccupati. Giunta a casa ho notato Alessandro sotto casa che era fermo alla fermata del tram pensando che io tornassi con il tram. Sono salita in casa senza che lui mi vedesse. Lui ha iniziato a citofonare quando io gli ho detto che ero già in casa – ha continuato – Alla fine lui è salito e io gli ho parlato attraverso le sbarre della finestra del ballatoio. Lui insisteva perché io lo facessi entrare, ma io non ho voluto perché avevo paura”. Paura che scaturiva, ha spiegato la giovane, “soprattutto dal fatto che non sapevo che fine avesse fatto Giulia e di cosa fosse capace lui”.
Domenica, quando ancora si cercava Giulia Tramontano, “ho notato una cosa strana che lui (Impagnatiello, ndr) è uscito dal lavoro con lo zaino dal quale spuntavano dei guanti in lattice azzurri che ha preso dal lavoro (li abbiamo lì al lavoro)”, aggiungendo di essere “riuscita a fargli una foto”.