(Adnkronos) – “Dopo un anno sono ancora fiduciosa e sono in pace con la mia coscienza, non avrei potuto lavorare di più e c’è un’Italia che dà segnali incoraggianti, rispettata a livello internazionale, sono in pace con me stessa”. Così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ospite di ‘Cinque minuti’ nella puntata in onda questa sera su Rai1 e di ‘Porta a Porta’.
“Lo stop dei migranti di Francia e Germania? Me lo aspettavo, in parte sì, avevamo detto che non potevamo accogliere i dublinanti, perché i nostri hotspot erano pieni. I ricollocamenti sono però secondari, sono state pochissime le persone ricollocate, la questione è fermare i movimenti primari, gli arrivi in Italia”, dice la premier.
Per Meloni “è una buona notizia”, l’incarico assegnato da Ursula Von der Leyen a Mario Draghi, e “non è assolutamente” contro il governo. “E’ un italiano autorevole e presumo avrà un occhio di riguardo per l’Italia”, aggiunge.
Poi, ospite di ‘Porta a Porta’, a una domanda sullo stop al reddito di cittadinanza, risponde: “Io rivendico con orgoglio quanto fatto sul reddito, uno Stato giusto non mette sullo stesso piano chi non può lavorare e chi sì”. “Non togliamo reddito agli invalidi, agli over 60 e chi ha minori a carico, lo perde chi è in grado di lavorare e ha figli a carico, noi pensiamo un forte incentivo per entrare nel mercato del lavoro. Sulla piattaforma abbiamo 50mila persone iscritte, a fronte di 70mila posti di lavoro, le opportunità ci sono per chi vuole lavorare”, spiega.
Sulla situazione a Caivano la premier ribadisce: “Sia chiaro che non mi faccio intimidire dalle stese nelle strade”. “Le dichiarazioni di una delle mamme delle vittime dello stupro di Caivano alla vostra trasmissione sul reddito di cittadinanza sono spaventose – sottolinea – Se, come in molti sospettiamo, i soldi del reddito di cittadinanza” in alcune aree “sono gestiti dalla camorra, allora la magistratura deve andare fino in fondo”. “Questa signora – riassume la premier – dice una cosa che ho trovato spaventosa, è percettrice di reddito di cittadinanza, il giornalista chiede: gestiva lei queste cose? No? E chi le gestiva? Non lo so, ha risposto lei. Ecco, il ‘non lo so’ è spaventoso, molti di noi sospettano la stessa cosa”.
A ‘Porta a Porta’ la presidente del Consiglio parla anche di superbonus. “I bonus edilizi voluti dal governo Conte sono costati 140 miliardi, mediamente una legge di bilancio di un anno – la legge più importante – vale 20-30 miliardi di euro. Questo vuol dire che sono state impiegate da 4 a 6 leggi finanziarie per il superbonus. Qualcosa non deve aver funzionato”, in parte per “le stime sbagliate, doveva avere un costo ne ha avuto ben altro”, in parte per “come sono state scritte le norme. Se oggi abbiamo 12 miliardi di truffe, forse quelle norme non sono state scritte bene”, dice Meloni.
“Poi per carità, sono sempre utili i provvedimenti in edilizia, ma quel che metti da una parte lo togli a un’altra. Quando Conte diceva, in campagna elettorale, che gli italiani avrebbero ristrutturato gratuitamente, mi corre l’obbligo di segnalare che il superbonus è costato a ogni italiano, compresi i neonati e chi una casa non ce l’ha, 2.000 euro per ristrutturare il 4% del patrimonio edilizio, compresi castelli”. Sono soldi tolti “alla sanità, alle pensioni e alle persone più in difficoltà”, “140 miliardi per la campagna elettorale di Conte”, l’affondo della premier. Si tratta di un intervento “che abbiamo pagato tanto”, con il messaggio “‘spenderete gratuitamente, così andranno bene le elezioni'”.
Quanto alla sanità, “non abbiamo tolto soldi, ma non bisogna fare riferimento agli anni del Covid per fare un confronto. La sanità deve essere al centro della legge di bilancio, ma dobbiamo vedere come. La priorità è abbattere il tempo delle liste di attesa”.
Meloni rivendica “la normativa” che tassa l’extragettito delle banche, “se ci sono correttivi possiamo valutarli, ma non faccio marcia indietro”. Dunque “modifiche sì ma a parità di gettito”. Tre miliardi e rotti di entrate dunque? “Poco meno…”, afferma la presidente del Consiglio. “Rivendico il provvedimento – dice ancora – che non aveva alcun intento punitivo”.
“Lo famo, lo famo..”. Così la premier risponde a Bruno Vespa che, dopo averle mostrato una vignetta di Osho sul Ponte sullo Stretto di Messina, le chiede se l’opera si farà.
Sul caso Ita-Lufthansa, e i presunti ritardi della Ue sul dossier, “anche qui si è parlato di ‘scontro con l’Europa’, mi fa sorridere questa narrazione. Però, anche qui, come ho sempre detto, abbiamo fatto quello che abbiamo detto. Noi in Europa ci stiamo a testa alta, a difendere i nostri interessi”. Sul caso in questione, “sono anni che cerchiamo soluzioni e noi l’abbiamo trovata, mi aspetto ci si dica ‘bravi’ e che non si perda tempo. Lo penso e l’ho detto. Quando troviamo soluzioni uno chiede che anche l’Ue dia una mano”.
“Gentiloni? Ho trovato che facesse molte interviste per redarguire il governo, non so se accade nelle altre nazioni. Certo lui fa il commissario europeo, ma un occhio ogni tanto… L’ho detto a lui, ma non vuol dire che voglio litigare con Paolo Gentiloni”.
Un’alleanza con i socialisti in Europa? “Non l’ho fatto in Italia, difficile si possa farlo in Europa – replica – Il dibattito sulle alleanze è comunque prematuro, credo che l’Italia avrà un ruolo” di peso in Europa. “Non sono preoccupata dai posizionamenti, siamo tutti interessati a far valere l’Italia. Per me l’obiettivo è far crescere l’Italia e i conservatori europei, dopodiché, io non sono solita fare accordi con la sinistra”.
Nel centrodestra “siamo tutte persone responsabili, sappiamo che non possiamo disperdere energie e confido che al di là del fatto che ogni partito segnali la sua specificità, tutti capiscano bene il limite alle cose che possono mettere in difficoltà le risposte che dobbiamo dare agli italiani”, dice la premier. “Io – sottolinea – non sono la maestra di nessuno”.
Poi, a una domanda sul premierato, risponde: “Presenteremo a breve la nostra proposta, se non ci saranno i due terzi in Parlamento decideranno gli italiani”. “Noi – assicura – siamo pronti”.
Sulla guerra in Ucraina “no, non cambieremo posizione – scandisce – Potrebbe andare peggio se non facessimo quello che stiamo facendo” per Kiev, dice ancora Meloni, ribadendo che sostenere Kiev è “la scelta giusta”.
“Non passa giorno in cui non mi chieda se sono la stessa persona. Ho sempre avuto il terrore di non essere la stessa persona e di non accorgermene, ma sono la stessa persona”, afferma. “Ho una storia politica alle spalle, mi adatto a una realtà che cambia, oggi per me una delle cose più di destra è per esempio occuparsi dell’intelligenza artificiale”, dice poi rispondendo a chi le chiede se si sente di avere una zavorra per la sua provenienza dalla destra.
E ironizza sulla sua vita privata: “La mia vita privata, attualmente non c’è nulla oltre quello che deve essere fatto…”. “Vita privata? What vita privata?”, dice Meloni. Poi aggiunge riferendosi alla figlia: “Ginevra la porterò con me a New York, se non la portassi con me non la vedrei”.