(Adnkronos) –
“Vedo l’orizzonte dei 5 anni di governo e quell’orizzonte mi serve anche per realizzare le grandi riforme di cui questa Nazione ha bisogno”. Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, al Tg1 dell’edizione delle 20.
“Vorrei che questo fosse l’anno delle riforme: vedere i primi mattoni della riforma fiscale, avviare la riforma costituzionale, fare la parte più consistente della riforma sulla giustizia. E poi la grande riforma del merito, particolarmente nella scuola e intervenire sull’emergenza abitativa. C’è un grande lavoro da fare ma rispetteremo gli impegni presi”, ha aggiunto Meloni. Avevo promesso che avrei consegnato un’Italia migliore di come l’ho ricevuta e dopo un anno l’Italia è sicuramente più credibile, più stabile, più ascoltata. E’ l’inizio però di un lavoro che va giudicato alla fine dei cinque anni” sottolinea la presidente del Consiglio.
“Vado fiera dei dati economici. Vado fiera di un’Italia che dopo anni che era fanalino di coda oggi cresce più della media europea, con il record per numero di occupati e di contratti stabili. Sono fiera di aver concentrato tutte le risorse su chi era più in difficoltà, sui redditi medio-bassi, sono contenta di essere intervenuta dove bisognava intervenire, anche di fronte alle banche e ambiti che altri governi non avevano avuto il coraggio di toccare”.
Sul fronte immigrazione “abbiamo lavorato tantissimo, i risultati non sono quelli che speravamo di vedere”. “Sono certa che ne verremo a capo, ma questo tema merita una seconda fase di impegno” spiega.
“Sul reddito di cittadinanza abbiamo fatto la cosa giusta e quella che avevamo promesso: distinguere chi può lavorare da chi non può farlo – ha spiegato – Chi non può lavorare mantiene il sussidio, chi può lavorare è giusto che abbia lavoro e formazione. Sul tema del salario minimo, mi stupisce che l’opposizione scopra oggi la sua utilità, perché in dieci anni al governo non lo hanno realizzato, io che temo possa peggiorare la condizione di più lavoratori di quelli ai quali la migliora, ma aspettiamo la proposta del Cnel. Sul superbonus: parlano i numeri. Centoquaranta miliardi di euro di buco tolti alla sanità, all’istruzione, alle pensioni, per ristrutturare le seconde case e anche i castelli” conclude.