(Adnkronos) – “Non penso che il porno possa essere considerato il responsabile di atteggiamenti violenti o di strumentalizzazione nei confronti delle donne. Piuttosto è l’educazione sessuale che manca”. Così all’Adnkronos l’attrice hard Malena nazionale, commentando l’articolo di Lilly Gruber, che dalle colonne di 7, il settimane del Corriere della Sera, individua nella pornografia dilagante online, il colpevole, almeno parziale, dell’aumento dei casi violenza contro le donne e dei recenti stupri di Caivano e Palermo.
“Personalmente credo che stupri e strumentalizzazione del corpo femminile derivino da deficit culturali”, spiega ancora la pornostar. “A me, ad esempio, piace girare scene di gang bang e andare a letto con più uomini; questo non mi fa sentire né sminuita, né sfruttata o strumentalizzata. Io mi sento fortunata perché il mio lavoro mi piace e il sesso mi diverte. Se poi a chi visiona i nostri contenuti mancano gli strumenti per capire certe scene la colpa non può essere dell’industria del porno. Anche perché, almeno in teoria, i nostri contenuti sono vietati a minori, che senza dubbio possono fraintendere e non capire che si tratta di finzione”.
Il problema, insiste Malena, è la mancanza di educazione sessuale. “C’è una sproporzione, un divario incredibile: abbiamo ragazzine che a 16 anni sono ancora convinte di poter rimanere incinta se si siedono sulle ginocchia dei ragazzi, poi abbiamo 17enni che vogliono emulare quello che vedono nei siti porno. Il messaggio che forse non arriva – e che certamente andrebbe spiegato in primis dalle famiglie – è che nessuno ci obbliga a fare quello che facciamo, il porno è finzione, io credo che bisognerebbe far passare questo discorso: noi siamo consenzienti, anche nelle scene più forti. La violenza avviene quando manca il consenso”.