(Adnkronos) –
Grazie all’innovazione farmaceutica, in Italia è diminuita del 40% la mortalità per le patologie croniche in 20 anni ed è aumentato di un milione il numero di persone vive dopo una diagnosi di tumore in 10 anni. Nel 2022, nel nostro Paese, il settore farmaceutico si è confermato fra quelli a più alto tasso di innovazione, con investimenti pari a 3,3 miliardi di euro, di cui 1,4 destinati agli impianti di produzione e 1,9 alla ricerca e sviluppo. Il settore, che già oggi rappresenta il 2% del Pil, potrebbe generare ulteriore ricchezza e crescita economica. Serve però un contesto più favorevole ad aumentare gli investimenti dall’estero e a sostenere la ricerca e l’innovazione, a partire da una nuova governance, da un diverso modello di finanziamento della spesa farmaceutica pubblica e da un Piano Nazionale delle Life Sciences.
Nel 2022, l’Italia ha raggiunto un valore di produzione farmaceutica di oltre 49 miliardi di euro. Le aziende a capitale estero costituiscono un motore trainante e un forte stimolo per l’innovazione, con un’incidenza in termini di valore della produzione maggiore del 60%. Per la prima volta sono disponibili i “numeri” generati dall’attività economica di queste imprese, pubblicati nel Libro bianco (“Aumentare l’attrazione degli investimenti esteri per la competitività del Sistema-Italia – Quale strategia per l’industria farmaceutica”), realizzato da The European House-Ambrosetti in collaborazione con Iapg (associazione delle aziende farmaceutiche italiane a capitale americano) e Eunipharma (gruppo delle aziende farmaceutiche italiane a capitale europeo e nipponico) e presentato recentemente alla 49° edizione del
Forum Ambrosetti a Cernobbio.
Il Libro bianco – si legge in una nota – evidenzia come 47 aziende associate a Iapg ed Eunipharma generino un valore della produzione pari a 29,3 miliardi di euro nel 2022 (60% dell’intero settore), in crescita a ritmi superiori rispetto ai parametri di riferimento. Nell’ultimo anno, il contributo complessivo (diretto, indiretto e indotto) di queste aziende al PIL è stato pari a 19,8 miliardi di euro, un valore superiore all’1% dell’intero PIL nazionale. Il contributo passa anche dagli investimenti: 2,1 miliardi nel 2022 in produzione e ricerca (il 61% degli investimenti del settore).
“Per aumentare l’attrattività e la competitività dell’Italia a livello internazionale nel settore farmaceutico – afferma Nicoletta Luppi, presidente dello Iapg – è urgente definire una nuova governance della spesa farmaceutica. Il meccanismo del payback farmaceutico ha rappresentato di fatto negli anni un co-finanziamento della spesa sanitaria pubblica che trasferisce sulle imprese l’onere del surplus di spesa, fissando a priori un tetto che non tiene conto dell’evoluzione dei bisogni di salute e dei trend demografici e dell’innovazione generata dalle aziende”. “Investire in salute e attrarre risorse per l’innovazione farmaceutica – spiega Luppi – rappresenta oggi un’indifferibile priorità strategica in uno scenario demografico preoccupante in Italia, oltre a rappresentare una risorsa per la crescita economica”.
“All’interno di un contesto globale sempre più competitivo – sottolinea Lorenzo Wittum, chairman di Eunipharma – è fondamentale che il Paese garantisca condizioni politico-istituzionali, normative e industriali in grado di favorire ulteriori investimenti rispetto a quelli già pianificati per i prossimi anni. L’industria del farmaco e l’innovazione trasferita con le notevoli conoscenze che la R&S comporta non può non essere parte integrante di un processo di sviluppo del Paese. Il nostro settore è pronto ad agire per cogliere tutte le opportunità che supportino gli investimenti esteri in Italia, ma ha bisogno di un intervento chiaro per superare ciò che ha limitato l’attrattività in questi anni, come il livello di impatto che il payback ha già raggiunto e che in previsione andrà ad aumentare, la necessità di una riforma di Aifa in linea con gli standard europei, la semplificazione normativa e maggiori strumenti a supporto degli investimenti in R&S”.