(Adnkronos) – Alla Juventus sarebbe servito un aumento di capitale di 650 milioni e non di 400. Sono le riflessioni dell’amministratore delegato Maurizio Arrivabene e del Cfo Stefano Cerrato, come emerge dalle carte dell’inchiesta della procura di Torino sui conti della Juventus. “Ci sono alcuni giocatori […] nell’Under 23 che sono stati acquisiti a dei prezzi belli alti e che come ammortamenti ci cubano”, dice Cerrato. All’esito del confronto, Arrivabene osserva che “fatti i conti della serva noi dovevamo fare, per star tranquilli, un aumento di capitale di 650 milioni, non di 400 […] per sanare”. E Cerrato conferma: “Per sanare tutto in un’unica botta, sì”.
La crescita dei costi (in particolare, degli acquisiti e degli stipendi dei calciatori tesserati), non è stata casuale ma una ben precisa scelta “aziendale”; parlando con il presidente Andrea Agnelli, da quanto emerge dalle carte, l’attuale direttore sportivo Federico Cherubini (non indagato) afferma: “Il progetto che è stato fatto quando abbiamo cercato di alzare il livello da Higuain […] era legato al fatto mi ricordo le valutazioni abbiamo una rosa della prima squadra che sta tendendo ad invecchiare: o facciamo un all in due/tre anni oppure questa rosa non reggerà”.
Proprio il concetto dell’all-in è ripetuto anche da Cerrato nell’ambito di due conversazioni consecutive avute con Cesare Gabasio e Roberto Spada (non indagato), rispettivamente General Counsel & Chief Legal Officer e presidente del collegio sindacale di Juventus F.C. (nominato il 29 ottobre 2021). Lo stesso Cerrato poi afferma che sono stati assunti “dei rischi economici in un momento sfortunato” in quanto “noi abbiamo fatto grossissimi investimenti, bilanci in utile fino al 2018, performance sportive eccellenti, poi nella 18/19 è stato fatto un all in con Ronaldo, De Ligt e così via e subito dopo è arrivato il Covid, quindi c’è stata una situazione che si son presi oggettivamente dei rischi”.