(Adnkronos) – Il nullaosta per i lavori sui binari della stazione di Brandizzo non sarebbe arrivato. E’ quanto emerge dagli atti dell’inchiesta sulla morte dei 5 operai, travolti e uccisi dall’arrivo di un treno nella notte tra mercoledì e giovedì, mentre si stavano occupando della manutenzione delle rotaie. Gli investigatori stanno cercando di fare luce sulle comunicazioni tra il personale dell’ufficio movimento di Chivasso e l’addetto di Rfi che la notte di mercoledì si trovava in stazione a Brandizzo. In particolare, quello che gli inquirenti stanno cercando di ricostruire con esattezza è la dinamica dell’accaduto, a cominciare dal nulla osta necessario per poter procedere con i lavori.
Agli atti dell’inchiesta ci sono, infatti, le registrazioni di diverse telefonate, intercorse prima dell’impatto, dalle quali, dai primi rilievi, emergerebbe la mancanza del via libera che sarebbe stato, per questo, sollecitato a più riprese dall’addetto di Rfi nelle conversazioni con il collega dell’ufficio di Chivasso. Secondo la procedura l’ok ai lavori viene dato dopo la conferma da parte dell’ufficio movimento che il traffico ferroviario è stato interrotto e quella sera era previsto il passaggio di tre treni, il primo, regionale, era passato poco prima ed è possibile che ci sia stato un malinteso e scambiato con il secondo, quello dell’impatto, sopraggiunto, invece, poco dopo.
Quello che gli investigatori vogliono, dunque, accertare è se la decisione di far lavorare gli operai, anche in assenza del nullaosta, di cui non sembra ad oggi esserci traccia nei documenti sequestrati, sia stata una libera scelta o una svista o un errore di chi quella sera era presente in stazione o se invece fosse una consuetudine perché in questo in questo caso anche la posizione di tutte le parti in causa potrebbe richiedere ulteriori approfondimenti. Nei prossimi giorni, ma non a brevissimo, saranno interrogati in procura a Ivrea i primi due iscritti nel registro degli indagati che già hanno fornito una prima ricostruzione dell’accaduto quando sono stati ascoltati come persone informate sui fatti, nelle ore immediatamente seguenti all’incidente.
Non saranno celebrati a breve i funerali dei cinque operai. Al momento i resti delle salme sono ancora custoditi nelle camere mortuarie dell’ospedale di Chivasso, dove sono stati portati subito dopo l’incidente in attesa che un’equipe di medici legali completi, almeno in parte, le operazione di identificazione. Per questo la procura di Ivrea che coordina le indagini ha chiesto alle famiglie dettagli utili che possano facilitare il lavoro di riconoscimento, come tatuaggi, fotografie e radiografie di protesi dentarie.
Oggi, intanto, davanti alla stazione di Brandizzo sono state deposte cinque composizioni floreali di rose bianche, ciascuna con all’interno 5 rose blu. Ognuna, scritto su nastro bianco, porta il nome di battesimo di una vittima. Ad inviarle la Si.gi.fer, l’azienda di Borgo Vercelli per la quale lavoravano.
A sorpresa poco fa familiari e amici di Kevin, la più giovane delle cinque vittime dell’incidente ferroviario di Brandizzo, si sono presentati in stazione “per vedere da vicino il luogo, dove è morto”. A guidare la delegazione di parenti e amici in lacrime, il papà e il fratello del giovane, tutti con la maglietta con stampato il volto del giovane operaio. Entrati in stazione, hanno percorso i binari fino al luogo, dove si è verificato l’incidente, lanciando alcuni petardi e, poi, all’uscita, hanno deposto un mazzo di fiori bianchi e affisso una foto di Kevin sul muro della stazione. “Volevamo vedere il posto per cercare di capire, ora ci dovranno spiegare cosa è davvero successo quella notte”, hanno detto i familiari che poi hanno chiesto ai cronisti presenti: “Non smettete di parlare di questa tragedia”.