(Adnkronos) – Il dossier Sam Altman, ex Ceo di OpenAI – il lab che ha generato ChatGPT- appena entrato a Microsoft, “ha cause molto oscure a tutti, per ora, e forse bisogna andare a cercare ripercussioni nella finanza” ma tutto questo “a prescindere dalle ragioni che ci sono dietro, ci mostra la velocità con cui stanno avvenendo questi passaggi. Negli Usa sull’IA si va a velocità supersonica”. A tracciare il quadro con l’Adnkronos è l’esperto italiano di Intelligenza Artificiale, Daniele Panfilo, Ceo di Aindo (start up della Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (Sissa) di Trieste) intervendo così sul un dossier che sta allertando i media di tutto il mondo. La vicenda di Altman, “ci dà il metro di quanto sia centrale e fondamentale, di fatto, il tema dell’Intelligenza Artificiale, di quanto rapidamente evolvano le cose in questo contesto” afferma ancora Daniele Panfilo. “La velocità con cui stanno avvenendo questi eventi è il vero tema. E’ questa velocità che ci dà il metro di quanto sia centrale l’IA, di quanto rapidamente evolvano le cose in questi contesti” osserva il manager con un PhD in Intelligenza Artificiale. E tutto ciò, per il Ceo di Aindo, “deve essere un ulteriore punto di attenzione per l’Europa e l’Italia: devono ‘sbrigarsi’ in questo settore perché, ad oggi, si stanno già consumando dinamiche che influenzeranno la vita di tutti noi nei prossimi anni”.
Per Panfilo la sfida del Vecchio Continente e dell’Italia, nella competizione globale sull’IA, è quindi “fare un cambio di passo: mentre noi discutiamo come fare l’IA gli altri stanno già facendo tutto”, bisogna “cogliere questa velocità”. Panfilo argomenta ancora che “se CHatGPT fosse nata in Italia, se fosse stata ideata in Italia, non sarebbe mai stata provata sul mercato, si sarebbe persa mentre non è un caso che gli Usa abbiano realizzato ChatGPT”. “Negli Usa prendono più rischi di noi, lì si investe in tecnologie poco conosciute, tecnologie di cui si intuisce qualcosa. Negli Usa, come dire, si gioca d’attacco” scandisce. “ChatGPT è stata lanciata velocemente sul mercato” avverte il Ceo e co-founder di Aindo, piattaforma basata sulla generazione di dati sintetici che cerca di conciliare l’innovazione nel campo dell’IA con la protezione della privacy e l’imparzialità e l’affidabilità dei dati. “La nostra startup – spiega Panfilo – punta a valorizzare i dati sintetici come abilitatori cruciali dell’IA, è nata nel 2018 ed è stata co-fondata con gli specialisti di intelligenza artificiale Sebastiano Saccani (Head of R&D) e Borut Svara (Cto)”. Attualmente Aindo è insediata nell’Area Science Park, nel campus di Padriciano, e rappresenta un piccolo gioiello tecnologico made in Italy dell’IA incastonato sul carso triestino.
Panfilo ed i suoi hanno i radar puntati sul mondo dell’IA, per questo se l’Intelligenza Artificiale tiene banco sui mercati – e sulle pagine dei grandi media globali – non lo meraviglia, nè lo sorprende l’attenzione riservata alla nascita del primo laboratorio open source IA europeo, il Kyutai basato a Parigi. “Accogliamo con entusiasmo la creazione di Kyutai, è un ottimo segnale per l’Europa che ha l’opportunità di giocare un ruolo centrale per lo sviluppo delle tecnologie legate all’intelligenza artificiale” dice il manager. Il Ceo sottolinea di condividere “ampiamente il tema della ricerca open source, quindi aperta e accessibile, consentendo così di democratizzare l’innovazione e di velocizzare lo sviluppo di soluzioni tecnologiche, su cui può lavorare tutta la community di ricercatori e professionisti del mondo dell’IA e dei dati”.
In questo contesto anche l’Italia sta cominciando a fare passi strategici sull’Intelligenza Artificiale. Per Daniele Panfilo è infatti “molto positiva” anche “l’accelerata che si sta imponendo sul centro di Torino di IA, anzi si è aspettato anche troppo perché se ne parla da circa due anni”. “Se però vogliamo giocarci la partita dell’IA, in questo momento il contesto storico ci offre un assist per fare di nuovo un passo in avanti, per essere protagonisti nel settore dell’Intelligenza Artificiale” argomenta il Ceo. “Se è molto positivo l’avvio concreto del centro di Torino è però ancora un approccio non proattivo, ora si sta accelerando ed è un bene: ma perché non farlo ieri?” taglia corto plaudendo l’annuncio del ministro Adolfo Urso sull’arrivo del Dpcm che definirà lo statuto della fondazione torinese per l’Intelligenza Artificiale e la renderà operativa “già nei primi mesi del 2024”, come spiegato dallo stesso ministro. (di Andreana d’Aquino)