(Adnkronos) – (dall’inviata Elvira Terranova) – “Non potevamo restare a casa senza fare nulla, mentre i nostri compagni sono rimasti senza casa. Così abbiamo organizzato, in poche ore, un gruppo su whatsapp per chiedere se i nostri amici e compagni avessero voglia di partecipare ad aiutarci a spalare il fango e aiutare i nostri compaesani intrappolati nei detriti e nel fango”. Camillo è uno studente liceale di 16 anni, che con il suo amico Andrea, anche lui sedici anni, che frequenta la Ragioneria, ha deciso di organizzare un gruppo per spalare il fango dopo la frana che sabato all’alba ha colpito Casamicciola. Li chiamano gli ‘angeli del fango’, da queste parti. Sono quasi duecento e da tre giorni non si sono mai fermati per aiutare gli sfollati e le persone che hanno le proprie abitazioni e i negozi sommersi di fango. Hanno il viso stanco e lo sguardi triste, ma non si fermano.
“Crediamo che in un momento di grande difficoltà tutta la comunità dovrebbe dare una mano, e noi lo abbiamo fatto – dicono all’unisono, mentre tengono le vanghe in mano per spalare il fango -Ieri siamo stati in Piazza Bagni, sia nelle case private ma anche al Manzi dove c’è ancora tantissimo fango”.
I due ‘angeli del fango’ lamentano la mancanza di mezzi per potere lavorare per la rimozione del fango e dei detriti. “Mancano pale, scope, guanti e anche gli stivali in gomma – dice Andrea – ognuno porta ciò che può”.
Ma perché questa decisione? “È semplice – dicono Camillo e Andrea con disarmante sincerità -vogliamo solo dare un supporto alla comunità. Tutto qui. E’ il minimo che possiamo fare dopo quello che è successo a Casamicciola”. Oggi pomeriggio i ragazzi andranno in via Celario, una delle zone più colpite, dove il fango raggiunge anche i due metri. E su tutte le polemiche sull’abusivismo cosa dicono? “Adesso che c’è ancora gente sotto il fango dobbiamo pensare a recuperare queste persone – spiegano -e poi pensiamo all’abusivismo è tutto il resto”.
“I nostri genitori ci hanno sostenuto nella nostra scelta – aggiungono – ritengono che abbiamo fatto bene”. Sul gruppo whatsapp sono più di duecento. “Non tutti partecipano – spiega Camillo- ma siamo un tanti”.
E la sera? “Arriviamo a casa e siamo molto stanchi – dicono – ma ci sta bene così…”. Eccoli, gli angeli del fango di Ischia.