(Adnkronos) –
“Una decisione difficile ma giusta”. Benjamin Netanyahu, primo ministro di Israele, spiega così il previsto via libera del governo all’accordo per la liberazione di 50 ostaggi rapiti da Hamas nell’attacco del 7 ottobre. L’intesa, avviata verso la fumata bianca, secondo i media israeliani porterà al rilascio di 30 bambini, 8 madri e altre 12 donne a partire probabilmente da domani. Inoltre, scatterà un cessate il fuoco di 4 giorni nella Striscia di Gaza. E, in base alle news, per ogni ostaggio rilasciato Israele libererà 3 palestinesi attualmente detenuti. Semaforo verde anche alla consegna di carburante e di aiuti nell’enclave.
Il sì del governo all’intesa è la conseguenza del via libera del gabinetto di guerra al piano: a favore, quindi, i 19 voti degli esponenti del Likud di Benjamin Netanyahu e i 5 del partito di Unità Nazionale di Benny Gantz. Dalla stessa parte anche il partito ultra ortodosso Shas, che ha 6 voti.
Secondo quanto riferisce Channel 12, i primi ostaggi verranno rilasciati a partire da domani, giovedì 23 novembre. Donne e bambini dovrebbero essere liberati a gruppi di 12, giorno per giorno.
L’ufficio del primo ministro ha delineato il processo di rilascio e di trasferimento. Il protocollo potrebbe essere modificato nelle prossime ore. Come primo step, Hamas consegnerà gli ostaggi alla Croce Rossa. Donne e bambini, nella seconda fase, verranno quindi portati a rappresentanti delle forze di difesa israeliane.
Quindi, nel terzo step, sono in programma i primi controlli medici con il trasferimento in uno dei cinque centri allestiti per l’incontro con le famiglie. Nella quarta tappa, medici e membri della sicurezza si confronteranno per stabilire se qualcuno degli ostaggi possa essere ascoltato. Il quinto, eventuale passaggio prevede che almeno alcuni ostaggi rispondano alle domande per fornire informazioni utili.
L’accordo è “una decisione difficile ma è una decisione giusta”, dice il primo ministro israeliano Netanyahu, parlando dopo un incontro con il suo gabinetto di guerra e con il gabinetto di sicurezza in generale. Rivolgendosi ai ministri del governo, Netanyahu aggiunge che il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha contribuito a “migliorare il quadro dell’accordo presentato davanti a voi… per includere più ostaggi a un prezzo inferiore”.
Il primo ministro fissa alcuni paletti: “Siamo in guerra e la guerra continuerà finchè tutti gli obiettivi saranno raggiunti. Il ritorno degli ostaggi è una priorità e io sono assolutamente impegnato per raggiungere l’obiettivo. Non ci fermeremo fino a quando non saranno tornati tutti. La guerra prevede fasi e il ritorno degli ostaggi avrà fasi”, dice Netanyahu.