(Adnkronos) –
Almeno 260 morti, soprattutto giovani, nel rave nell’area del kibbutz Reim in Israele. Sono stati uccisi dai miliziani di Hamas nell’attacco compiuto sabato 7 ottobre. Centinaia sono rimasti feriti. Oggi, con le news delle ultime ore, il quadro diventa tragicamente più chiaro.
Migliaia di persone stavano partecipando al Nova Festival, nel sud del paese quando è scattato il raid, con omicidi ed esecuzioni. Diversi ragazzi sarebbero tra gli ostaggi portati a Gaza. All’evento, secondo i media israeliani, erano presenti anche molti giovani con doppio passaporto e in particolare cittadinanza americana. Un portavoce di Zaka, un’associazione di volontari che intervengono dopo attacchi terroristici e disastri, ha reso noto che fino alla serata di domenica 8 ottobre sono stati recuperati oltre 260 corpi.
I video diffusi sui social mostrano le diverse fasi della drammatica giornata. Mentre i giovani ballano all’alba, dopo ore di festa, all’orizzonte si vedono i deltaplani a motore utilizzati da gruppi di miliziani di Hamas per varcare il confine e arrivare nell’area del rave. I razzi cominciano a cadere attorno alle 6.30.
Quindi, le raffiche di armi automatiche, la fuga di centinaia di persone che cercano riparo ovunque: nel deserto, tra le auto. “Non avevamo un posto per nasconderci”, dice Gibly, una giovane interpellata dalla Cnn. “Siamo scappati nella boscaglia. Ho molti amici che si sono persi lì per diverse ore e sono stati colpiti come in un poligono. In auto non sapevamo dove andare, temevamo di incontrare” i terroristi.
Sui social è stato condiviso l’appello di una donna tedesca, Ricarda Lauk, che vive in Israele e la cui figlia è stata rapita dai miliziani di Hamas. ”Mia figlia, Shani Nicole, cittadina tedesca, è stata rapita da Hamas mentre partecipava con un gruppo di turisti a una festa nel sud di Israele – racconta – Mi è stato inviato un video dove ho potuto riconoscere mia figlia in una automobile, priva di coscienza, insieme a un gruppo di palestinesi, mentre attraversava le strade di Gaza”.
La madre, nel videomessaggio, mostra la foto della figlia, ventiduenne. La donna lancia un appello per ricevere aiuto e chiede di poter ricevere notizie sulla figlia, della quale mostra il passaporto. Lo zio della giovane, Winfried Gehr, al quotidiano Bild, ha detto che Nicole, insieme al suo ragazzo, avevano partecipato all’evento nel kibbutz.
Si presume che tra le persone rapite in Israele da Hamas vi siano cittadini tedeschi, rende noto il ministero degli Esteri di Berlino, aggiungendo che le persone rapite hanno tutte la doppia cittadinanza israelo-tedesca. Ci sono anche degli americani tra le “decine” di ostaggi detenuti a Gaza, spiega il ministro israeliano degli Affari strategici Ron Dermer alla Cnn, senza tuttavia precisarne il numero.
Ad oltre 24 ore dall’assalto di Hamas contro Israele sono stati ritrovati e soccorsi alcuni giovani che sono riusciti a mettersi in salvo fuggendo. I ragazzi, che risultavano dispersi, sono arrivati nella zona di Nativot e sono stati accompagnati dalle Forze di difesa israeliana (Idf) in un’area sicura.
Molti genitori da oltre 24 ore cercano news e informazioni sui propri figli, in molti casi senza ricevere risposta. I rappresentanti delle famiglie israeliane, i cui cari sono scomparsi dall’inizio della guerra ieri mattina, hanno convocato una conferenza stampa per “chiedere risposte”. “Chiediamo risposte”, ha detto un uomo, citato da Haaretz, le cui due figlie sono state rapite dai militanti di Hamas. “Non tutte le risposte ci renderanno felici. Vogliamo restituire i bambini, i ragazzi, le ragazze alle loro famiglie il più presto possibile”.
“Siamo passate 48 ore dall’inizio di tutto questo e alcune famiglie non sanno nulla”, ha detto ancora. “Non dobbiamo affrontare la situazione da soli, la strada è ancora lunga e i giorni a venire saranno molto difficili”.