(Adnkronos) – Gli studenti dell’Università La Sapienza di Roma non ci stanno a essere etichettati come amici dei terroristi solo perché sostengono il popolo palestinese e lanciano l’allarme “libertà di espressione” e lanciano l’allarme sulla “libertà d’espressione”.
“Accusare chi sostiene la liberazione del popolo palestinese di essere amici dei terroristi è una cosa folle”, dicono all’Adnkronos gli studenti di ‘Cambiare Rotta’ durante un presidio alla Sapienza per contestare l’Ateneo che poco fa si è riunito per discutere una mozione a favore di Israele. “E’ un discorso – affermano – che si inserisce nello stesso contesto della guerra Russia-Ucraina. Quando gli studenti hanno detto no alla guerra, no all’invio delle armi sono stati accusati di essere filoputiniani. Tutto ciò si infila in un percorso mediatico criminale che quando viene preso dalle istituzioni come scusa per fare la repressione degli studenti che si attivano diventa preoccupante per la libertà di espressione”.
Il clima tra gli studenti e le istituzioni si era già surriscaldato ieri quando da alcuni esponenti di due noti licei di Milano si erano levate voci a favore di Hamas spingendo il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara a inviare gli ispettori nelle due scuole per verificare la presenza di eventuali atteggiamenti antisemiti.
Un provvedimento che aveva però compattato il fronte. Il ‘collettivo severi correnti’ legato al liceo Setti Carraro aveva risposto via Instagram inviando la propria “solidarietà agli studenti e alle studentesse” che prendono posizione contro Israele, con tanto di foto di palestinesi in festa. Mentre dal liceo Manzoni, sempre via social, era arrivata una presa di distanza da quanto a loro attribuito. “Ci sono state messe in bocca parole non nostre – avevano chiarito -: i giornali riferiscono a nostro nome affermazioni di altre pagine social. Affermazioni dalle quali prendiamo assolutamente le distanze. Ribadiamo ancora una volta la nostra posizione: la guerra va condannata sempre, in ogni sua forma”, ha scritto nella pagina collettivo politico Manzoni. “Teniamo tuttavia a sottolineare – avevano precisato – che le violenze e i bombardamenti che i palestinesi subiscono da decenni vengono troppo spesso ignorati dalla stampa occidentale. Detto questo, poniamo davanti a tutto la condanna di un conflitto le cui ripercussioni ricadono come al solito sui civili. Antisionismo – avevano ricordato – non è antisemitismo”.
Dura la linea di Valditara. “Partendo dalla scuola è necessario elaborare una strategia complessiva per debellare ogni residuo di antisemitismo e promuovere la cultura del rispetto”, ha affermato. “Vogliamo verificare se qualcuno ha realmente manifestato atteggiamenti di odio, di antisemitismo o di incitamento alla guerra contro Israele. Se questi fatti venissero appurati – ha avvertito il ministro – i responsabili saranno denunciati alla Procura della Repubblica. Chi ha gioito per azioni che hanno portato a sgozzare bambini e ragazzi, donne e uomini innocenti, solo perché ebrei, deve essere perseguito dalle leggi penali”.
È stato disposto quindi l’invio di ispettori nelle scuole dove vi sarebbe stata l’esaltazione delle stragi commesse da Hamas. A seguito della loro attività di verifica il ministro Valditara ha dato mandato alla direttrice dell’ufficio scolastico regionale di predisporre una dettagliata relazione alla questura per i seguiti di competenza. In particolare la segnalazione riguardava istituti della Lombardia.